Non solo papa Benedetto XVI non pubblicherà la sua terza enciclica sulle virtù teologali – quella sulla fede – ma il pontefice lascerà incompiuta anche l’esortazione post-sinodale sulla nuova evangelizzazione.
Nella sua omelia per la messa conclusiva del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, tenutosi lo scorso ottobre, Benedetto XVI parlò della “urgenza di annunciare nuovamente Cristo là dove la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è come un fuoco di brace, che chiede di essere ravvivato, perché sia fiamma viva che dà luce e calore a tutta la casa” (28 ottobre 2012).
Uno dei partecipanti al prossimo conclave è il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington DC. Il porporato è stato il relatore generale del Sinodo dello scorso ottobre e ha pubblicato un trattato di 90 pagine dal titolo New Evangelization: Passing on the Catholic Faith Today (Nuova evangelizzazione: la trasmissione della fede oggi).
Descrivendo l’ultimo sinodo, il cardinale Wuerl usa tre parole: positivo, unità e pastorale.
Gli ultimi decenni sono stati un periodo turbolento, ha riconosciuto Wuerl, tuttavia, “viviamo una nuova fase nella vita della Chiesa e ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha proseguito.
Il cardinale ha osservato che una caratteristica dell’ultimo sinodo è stata l’unità tra i vescovi e che è chiaro che tutti i vescovi presenti hanno condiviso una profonda unità nella fede e una comune convinzione della necessità di una nuova evangelizzazione.
Questo obiettivo, ha spiegato ancora Wuerl, non include soltanto la predicazione del messaggio evangelico a chi non conosce Gesù Cristo, ma anche l’aiuto a chi è già evangelizzato a riscoprire la propria fede e a tornare alla pratica religiosa.
Questa nuova evangelizzazione parte dall’esperienza di Gesù Cristo. Poi questo amore per Gesù e per il Vangelo è qualcosa che va condiviso con gli altri. “La principale missione della Chiesa è l’evangelizzazione”, ha spiegato l’arcivescovo di Washington.
Un dovere
È importante comprendere, ha proseguito Wuerl, che questo dovere di proclamare la verità salvifica che troviamo in Cristo non è responsabilità esclusiva del clero o dei religiosi. Citando il Vaticano II, il porporato ha sottolineato il ruolo vitale che i laici hanno nel rendere testimonianza della propria fede e nell’annunciare agli altri il messaggio di Cristo.
Sebbene già Paolo VI avesse identificato l’esigenza di un nuovo periodo di evangelizzazione, è Giovanni Paolo II – ha spiegato il cardinale Wuerl – che può essere definito il vero padre della nuova evangelizzazione. Durante i suoi numerosi viaggi in tutto il mondo, in cui parlò in svariate lingue, papa Wojtyla ha portato un ministero universale fino ai confini della terra.
Al giorno d’oggi, c’è un vero ed urgente bisogno di nuova evangelizzazione, spiega Wuerl in uno dei capitoli. Viviamo la nostra fede nel mezzo di una cultura fortemente secolarizzata. Questa concezione limitatamente secolarista della vita ha drammaticamente cambiato il contesto nel quale viviamo e trasmettiamo la nostra fede, ha affermato il cardinale.
Siamo dunque in una situazione in cui vi sono due generazioni di cattolici a cui manca la conoscenza della preghiera, che non percepisce l’importanza della Messa e del sacramento della Penitenza, e che ha spesso perso il senso della trascendenza.
Citando l’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II, il cardinale Wuerl ha affermato che in molti paesi c’è una “eclissi del senso di Dio” (Par. 21).
La nuova evangelizzazione ha inizio per mezzo della Chiesa, che è strumento di Cristo nel mondo di oggi, osserva il porporato. È attraverso i sacramenti della Chiesa che l’opera redentrice di Cristo prosegue.
I sacramenti
“Crediamo che i sacramenti siano, e siano sempre stati, le braccia del Salvatore stesso, attraverso le quali egli estende la sua azione nello spazio e nel tempo per donare la vita, benedire, rinnovare, guarire, e per moltiplicare il pane della vita”.
Dopo aver riflettuto su ognuno dei sacramenti, il cardinale Wuerl si è soffermato sull’importanza delle parrocchie nell’opera della nuova evangelizzazione, oltre che sul contributo dei nuovi movimenti e comunità.
Un capitolo successivo è dedicato agli obiettivi teologici della nuova evangelizzazione. Il cardinal Wuerl ha identificato quelli che lui stesso chiama le “pietre delle fondamenta teologiche”:
– Le fondamenta antropologiche che identificano l’origine della dignità umana.
– Le fondamenta cristologiche che spiegano chi è Cristo, la sua divinità ed umanità e la realtà della sua morte e resurrezione.
– Le fondamenta ecclesiologiche che riconoscono che Cristo prosegue la sua opera redentrice attraverso la Chiesa.
– Le fondamenta soteriologiche che ci permettono di vedere che il regno di Cristo è già tra noi e che le nostre vite sono una parte dell’opera di costruzione del regno di Dio.
Mentre attendiamo di sapere chi sarà eletto al prossimo conclave, è certamente chiaro che, per il prossimo Papa, così come per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, la nuova evangelizzazione continuerà ad essere una priorità.