Si presume che per la settimana santa conosceremo il nuovo Pontefice. La domanda è, in che condizioni e come sta la Chiesa Universale che entra in Conclave?
I porporati che hanno diritto di voto e che presumibilmente entreranno in Conclave sono 117. Potrebbero però essere 116, perché il cardinale indonesiano Julius Riyadi Darmaatmadja, arcivescovo emerito di Jakarta, ha dichiarato che per motivi di salute non potrà essere presente.
Si tratta di una elezione universale nel Collegio Cardinalizio infatti sono rappresentati i 5 Continenti con 66 Paesi, 48 dei quali hanno Cardinali elettori.
La composizione geografica dei cardinali elettori vede l’Europa con 61 cardinali, l’America del Nord (Stati Uniti e Canada) con 14 cardinali, l’America Latina con 19 cardinali, l’Africa con 11 cardinali, l’Asia con 11 cardinali e l’Oceania con 1 cardinale.
I numeri però non riflettono esattamente la situazione, perché ci sono più cardinali nei continenti dove la Chiesa cresce di meno.
L’Europa per esempio è in una situazione paradossale, è il continente con il più alto numero di cardinali elettori (61) ma è anche quello che vede da anni una decrescita continua in vocazioni, al punto tale che a mantenere le attività di molte parrocchie sono sacerdoti provenienti dall’America Latina, dall’Africa e dall’Asia.
L’Europa soffre di una gravissima crisi demografica che si riflette da anni sul numero delle vocazioni.
Secondo i dati pubblicati dall’ultimo «Annuario Statistico della Chiesa» (aggiornato al 31 dicembre 2010) (http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40065&lan=ita) il numero dei nuovi sacerdoti rispetto al 2009 vede un regresso dell’Europa (- 905), crescono in Africa (+761), America (+40), Asia (+1.695) e Oceania (+52).
I seminaristi minori, diocesani e religiosi, crescono in Africa (+213) e Asia (+400), mentre sono diminuiti in America (-1.033), Europa (- 1.206) ed Oceania (-57).
Un trend simile per i Seminaristi maggiori che crescono in Africa (+752), in Asia (+513) e in America (+ 29), mentre diminuiscono in Europa (-282). L’Oceania non registra variazioni.
Questo significa che per tenere in piedi le strutture ecclesiali, L’Europa ha bisogno di sacerdoti e religiosi provenienti dagli altri continenti.
La situazione per l’Europa sembra drammatica se si guarda all’età media del clero e dei religiosi. In alcuni paesi del Nord Europa il rapporto è di 2 sacerdoti sotto i trenta anni per 20 sopra i settanta, cioè un rapporto di un giovane per ogni dieci anziani.
La chiesa paga la crisi demografica dell’Europa, ed anche la decadenza di una società civile che piuttosto che incrementare la natività e favorire i matrimoni naturali, sembra molto più attenta ai diritti delle coppie omosessuali e alle richieste di adozione di queste ultime.
Le nuove generazioni di giovani europei sembrano molto buone, ma ci vorrà del tempo prima di superare il dislivello che si è verificato tra la generazione del baby boom (anni cinquanta) e la generazione del 68’.
L’America continua a crescere nel Sud, mentre perde un pò al Nord, con il risultato complessivo di una crescita modesta.
L’Africa cresce, nonostante i conflitti e i tanti problemi di sviluppo.
La vera sorpresa, dove sono più alti i margini di miglioramento è L’Asia.
Il continente dove vive più della metà della popolazione mondiale con una percentuale di giovani che è la più alta al mondo e con prospettive di sviluppo enormi.
Pur essendo i cattolici solo il 3% della popolazione, i numeri dicono che l’Asia è il continente dove la Chiesa cresce di più e con ritmi e prospettive sempre più ampie.
Per questo motivo sono sempre di più a credere che il terzo millennio sarà quello della svolta per l’evangelizzazione dell’Asia.