Lettura

È ancora un bellissimo testo della terza parte del libro di Isaìa, periodo postesilico, a introdurci all’annuncio del Vangelo di Luca. Una serie di “se”, qualificante le adesioni concrete a una vita caritatevole e pia (osservante del sabato), permette al profeta di riferire la Parola di Dio: «la tua tenebra sarà come il meriggio». 

Meditazione

Possiamo qualificare il vangelo di Luca come un arcobaleno (cfr. Gen 9) sempre visibile nell’orizzonte della storia dell’umanità: cioè, il perché Gesù è venuto tra gli uomini, tra noi tutti; e come Egli continua a porsi e a relazionarsi con noi. L’episodio, nel contesto del ministero galilaico di Gesù, ripropone il racconto della chiamata di Levi (Matteo) avvenuta a Cafàrnao. Il suo mestiere era fare l’esattore delle imposte; per questo è ricordato «seduto al banco». Ricordiamo che tale mestiere permetteva un avvantaggiarsi economicamente in modo indebito, per questo lo sguardo (il vedere) di Gesù è richiamato con questa attestazione: «Gesù vede un pubblicano», un peccatore pubblico. La chiamata è espressa in forma breve e imperativa: «Seguimi!». L’adesione è prontissima e globale: “lui, lasciato tutto, si alzò e lo seguì”. Il brevissimo racconto si prolunga e si apre a una scenografia di straordinario banchetto e convivialità. È un lasciare tutto, ma per condividere, per festeggiare, per aprirsi a rapporti sensati e belli. È un banchetto aperto a tutti: «una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. Farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli…» (quindi: pubblicani, altra gente, farisei, scribi, discepoli). Si mescola gioia e festa, mormorazione e interrogativi inopportuni. Ecco la parola di Gesù che è arcobaleno di luce e di speranza per tutte le generazioni: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico… io sono venuto a chiamare i peccatori perché si convertano”. Noi siamo i destinatari privilegiati (peccatori) di questo cammino quaresimale nella Fede che salva.

Preghiera

Signore, rispondi alla mia supplica, perché «sono povero e misero». Rivela in me l’opera della tua misericordia e rendimi idoneo a percorrere la tua via, giacché tu la vuoi percorrere con me. 

Agire

Voglio fissare lo sguardo su Gesù (come il buon ladrone) e vivere la piena fiducia che il mio peccato è perdonato ed io posso essere testimone autorevole di una vita nuova, capace di buon ricupero di tutto il mio passato.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it