Lettura
Ancora grazie alla prima pagina della Bibbia siamo chiamati a riconoscere, nel contesto storico e cosmico in cui stiamo vivendo, l’opera creatrice di Dio nei viventi: animali che popolano cielo, terra e mare. Ma soprattutto dobbiamo riconoscere l’azione di Dio che crea la persona umana: uomo e donna, «a sua immagine», cioè nel rapporto interpersonale di amore-comunione.
Meditazione
Così siamo in grado di entrare nel vivo della controversia in cui Gesù è postodagli scribie farisei che denunciano l’agire «impuro» dei suoi discepoli. Notiamo che coloro che interrogano Gesù vengono da Gerusalemme: luogo del Tempio; cattedra dell’insegnamento autorevole della Legge. Per così dire, il grande accusato è Gesù stesso. Egli condivide coi discepoli il «prendere cibo con mani impure, cioè non lavate». Il lavarsi le mani, il lavare tutto ciò che è a contatto delle persone (bicchieri, stoviglie, oggetti di rame e di latta) è certamente igienicamente cosa buona in tutte le culture. Bisogna sempre vivere queste scelte non in forma né maniacale né ossessionante. Ma egualmente se da legge (di Mosè), diventano tradizioni normative, che assumono valore di assolutezza a discapito di ben altri valori e scelte prioritarie che la Parola di Dio comanda, non c’è più né buona gerarchia nei valori da scegliere, né vera testimonianza di amore del prossimo, né di buona adesione alla volontà di Dio. Il dramma che attestano farisei e scribi, pur venuti da Gerusalemme, è proprio quello a cui Gesù nella sua risposta, citando Isaìa, rileva: «Onorano con le labbra, ma il cuore è lontano… insegnano dottrine, precetti degli uomini e rifiutano il comandamento di Dio». Anche nella nostra storia personale, nella nostra concreta vita quotidiana, ci troviamo a elencare «Le dieci Parole di Dio» (i comandamenti) e rischiamo con le nostre razionalizzazioni, i nostri pensieri, di avallare ciò che è di nostro interesse o piacevole al nostro ghiribizzo, anziché attuare il comandamento del Signore. Così come farisei e scribi che anziché aiutare nelle necessità anziani genitori, preferivano qualificare «korbàn» (offerta a Dio) ciò che avrebbe consentito invece di portare aiuto. Siamo chiamati a «non annullare la parola di Dio»; a saperne sempre cogliere la forza di edificazione, di gioia, di consolazione. È Parola di Vita.
Preghiera
Signore, è mirabile il tuo nome su tutta la terra e in ogni cuore che ascolta e mette in atto la tua Parola. Aiutami ad essere fedele attuatore.
Agire
Mi guardo attorno. Voglio aiutare, di fatto, chi ora, per fede, mi è padre, madre, fratello, sorella.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it