Catania indossa il vestito della festa per la Santa Patrona, la vergine e martire Agata e nel cuore dei catanesi la devozione religiosa si mescola a folklore e tradizione.
Tre giorni di festa scanditi dalla tradizionale processione per l’offerta della cera con le caratteristiche “carrozze del Senato” ed i fuochi d’artificio la sede del 3 febbraio, la messa dell’aurora il 4 mattina e la processione con il busto reliquiario nel tradizionale giro esterno e quindi il giorno della fesa il 5 febbraio con il solenne pontificale, celebrato quest’anno da S.E. Card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e la solenne processione che dura l’intera notte fino al canto delle Suore Benedettine la mattina del 6 febbraio al rientro del “fercolo” in Cattedrale.
La devozione popolare per la giovane catanese Agata, modello di virtù e di coraggio cristiano, che sacrificò la sua vita per restare fedele al Suo Signore, rifiutandosi di venerare gli dei pagani, è ancora oggi una lezione di vita e di testimonianza cristiana che raccoglie nel nome di Agata i valori della bellezza e della bontà che ogni cristiano sente il dovere di perseguire.
Nel messaggio di saluto dell’Arcivescovo Mons Salvatore Gristina per lo speciale pubblicato dal quotidiano La Sicilia si legge come la coincidenza dell’Anno della Fede impegna i catanesi a rinnovare le promesse battesimali proprio nei luoghi del martirio della vergine Agata (il carcere, dove furono strappate le mammelle e la fornace, dove morì tra le fiamme).
Già la Lettera pastorale “Le feste del Signore, della Madonna e dei Santi nell’anno della fede”, in linea con le indicazioni della Lettera apostolica Porta Fidei ha indicato lo spirito con cui vivere ed organizzare le feste religiose e patronali, occasione propizia per celebrare l’anno della fede arricchito da significativi gesti di carità.
Il dies natalis della martire Agata viene così ricollegato al Battesimo di ciascun credente, momento di nascita e di adesione alla fede e quindi ad un impegno cristiano da rinnovare ogni giorno con le fedeltà della testimonianza.
Le dichiarazioni della giovane Agata al proconsole Quinziano, come si legge negli atti del processo: “Io confesso Cristo con le labbra e con il cuore e non cesso giammai di invocarlo” sono ancora oggi un monito pressante per una fede forte, intessuta di preghiera e di coerenza nella testimonianza.
Le fede e la devozione che fa gridare a tutti “Cittadini: Viva Sant’Agata” diventa preghiera litanica di auspici e benedizioni per la Città che attraversa un particolare e delicato momento storico di transizione e di crisi, come d’altronde l’intera Nazione e la Comunità Europea.
Il pensare sempre “viva” la testimonianza della martire Agata dà forza per un cammino cristiano illuminato dalla fede e dai valori che diventano protezione e senso di appartenenza verso la Santuzza che si attende ogni usci all’uscita dalla sua “cameretta” ed il suo arrivo è salutato da una commosso ed esaltante accoglienza, che diventa mestizia quando la mattina del 6 febbraio il busto reliquario viene conservato nel silenzio della “cameretta” all’interno del Duomo di Catania.
I preparativi della festa grande per la città di Catania in onore della Santa Martire Agata fervono ed accendono gli animi dei catanesi, pronti ad accogliere la Santuzza che ancora una volta verrà a visitare la “sua” città.
Sarà una visita di benedizione e di grazie e lascerà ancora una volta positivi insegnamenti e lezioni di esemplarità e coerenza cristiana, fedeltà ai valori, generosità e impegno nell’essere un dono per gli altri, e testimonianza forte di fede nel Cristo Salvatore.
Ripercorrere il cammino di fede della giovane Agata nell’anno speciale della Fede costituisce un impegno particolare per la Comunità catanese coinvolta fra l’altro nell’imminente campagna elettorale che vedrà scendere in campo non solo uomini politici, ma valori quali la famiglia, la vita, l’educazione, il welfare, la giustizia fiscale, il lavoro…
Solo la fede e la devozione alla Santa Patrona unisce la città di Catania che poi si frammenta in tante aggregazioni e non si tratta di “scendere”, né di “salire” in politica, bensì di “correre per le famiglie”.
La fede religiosa si sostanzia di “valori non negoziabili” e si alimenta di azioni concrete che diventano testimonianza e servizio, come si legge nel martirologio di Agata che non scende a compromessi e resta fedele al suo Sposo celeste.
Alla luce della testimonianza di Agata dalla città di Catania dovrebbe di dovrebbe elaborare un “manifesto di valori non negoziabili” che, sottoscritto dai futuri amministratori della cosa pubblica, possa diventare anche criterio di voto.
Il tema-valore famiglia porta con sé il valore della vita e la prima domenica di febbraio si celebra, appunto, la Giornata per la vita che è un dono di Dio e nessuno ha il potere di togliere o di dominare con l’eutanasia o l’aborto.
Alla vita di unisce il tema dell’educazione che vive una pesante stagione di sofferta emergenza ed i presupposti sociali sono appunto quelli di un crollo epocale soffocati del relativismo e dal soggettivismo egoistico che nella storia ha portato soltanto morte e distruzione e le conseguenze sono ancor maggiori delle crisi economica che oscura in particolare i cieli dell’eurozona.
In occasione della festa di S. Agata che, secondo il Direttorio su pietà popolare e liturgia costituisce un momento di grazia, di celebrazione dell’Anno della Fede e di reale presenza del messaggio cristiano nella società che, pur restando “laica” ha il dovere di dialogare con i valori dell’umanesimo. Ricondurre la festa religiosa nei binari della legalità, dell’ordine, della sincera devozione che va ben oltre il tradizionale folklore è un impegno che coinvolge tutti e ciascuno.
La festa è un momento di gioia e di incontro, nel ricordo e memoria dei santi apre gli occhi verso una “via più grande” – quella della carità e così la ragione e la fede acquistano una forza persuasiva ancora più cogente, sicché i principi non negoziabili appaiono realmente dotati di quella verità, bontà e bellezza che niente e nessuno potrà rinnegare.
Tre possono essere le piste orientative del cammino ecclesiale illuminato dallo splendore di S.Agata: una nuova evangelizzazione; l’attenzione alla famiglia e alle nuove generazioni; l’impegno per il bene comune con la consapevolezza del “nuovo” rappresentato dal fenomeno dell’immigrazione e del lavoro.
Solo così si potrà rivedere il volto bello e raggiante della Chiesa-Comunità, che diventa “accogliente per tutti, come casa dalle porte sempre aperte all’incontro e al dialogo, propositiva e creativa, capace di annunciare a tutti con freschezza il Vangelo”.