Riflessione su una legge dello Stato

Documento condiviso dalle Cattedre di Ginecologia ed Ostetricia delle Università Romane

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

A seguito del convegno che si è svolto oggi, sabato 2 febbraio, nell’Aula Alessandrina dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Lungotevere in Sassia, 3), i docenti delle cattedre di Ostetricia e Ginecologia delle Università di Roma hanno consegnato al cardinale Agostino Vallini un documento condiviso, frutto del convegno intitolato “Riflessioni su una Legge dello Stato”.

Ne riportiamo il testo. 

***

Le cinque Cattedre di Ginecologia ed Ostetricia delle Università di Roma riconoscono la centralità, nel progetto che guida ogni attività didattica ed accademica indirizzata alla formazione dei futuri quadri dirigenti e degli operatori sanitari, di un corretto approfondimento delle tematiche di ordine non solo medico ma anche bioetico e giuridico legate alle prime fasi della vita intrauterina e, più in generale, a diritti e necessità dell’embrione/feto e della donna gestante, in un contesto che valorizzi pienamente e altrettanto pienamente rispetti, da un lato i vincoli posti dall’attività del legislatore e, dall’altro, le scelte personali in campo etico e la libertà di coscienza.

La Legge 194/1978, a quasi venticinque anni dalla sua introduzione nell’ordinamento italiano, non ha ancora realizzato tutti gli enunciati che, nel riconoscimento del valore sociale della maternità e del diritto della vita umana ad una piena tutela fino dal suo inizio, prevedono una serie di iniziative volte ad assistere gravidanze complesse e ricche di risvolti personali e sociali, garantendo nei fatti la libertà e l’autonomia della scelta della donna.

In questi eventi, nei quali la gestante si trova a rivalutare, suo malgrado, il suo intero progetto di vita, gli operatori sanitari, nel loro insieme, debbono sentirsi tenuti a svolgere tutta una serie di iniziative che, lasciando all’apprezzamento della gestante una scelta consapevole e responsabile, le permettano di operare quanto da lei ritenuto più rispondente ai suoi bisogni ed a quelli del nascituro, in funzione della sua coscienza.

In particolare per il feto è necessario che siano chiari, e maggiormente conosciuti, i suoi diritti, anche non scritti, concernenti la sua vita e le condizioni previste per il suo sviluppo, per permettere alla madre una decisione compiutamente responsabile.

Le sedi universitarie romane, quindi, si sentono pienamente coinvolte in questo itinerario educativo e speculativo, mirante a far conoscere ai propri discenti non solo la complessità dei processi fisiologici della gravidanza e della maturazione embriofetale, ma anche le profonde interrelazioni fra questi e le drammatiche scelte che le gestanti, a volte, sono chiamate ad affrontare, nel rispetto anche di valutazioni etiche adeguate. Inoltre le Università stimolano la ricerca in questi campi di frontiera fra la medicina, la biologia, l’etica, che operano tutte congiuntamente per definire le più avanzate responsabilità dell’uomo.

Prof. Roberto Angioli Università Campus Biomedico
Prof. Domenico Arduini Università Tor Vergata
Prof. Pierluigi Benedetti Università La Sapienza – Policlinico
Prof. Donatella Caserta Università La Sapienza – S.Andrea
Prof. Alessandro Caruso Università Cattolica del S. Cuore
Prof. Antonio Lanzone Università Cattolica del S. Cuore
Prof. Massimo Moscarini Università La Sapienza – S. Andrea
Prof. Emilio Piccione Università Tor Vergata
Prof. Giovanni Scambia Università Cattolica del S. Cuore 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione