A 7 anni dall’assassinio, la diocesi di Roma ricorda don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum ucciso, il 5 febbraio 2006, con un colpo di pistola nella parrocchia turca di Trasbon (Trebisonda).
Lunedì 4 febbraio, alle 19.30, la parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio (via Enna), l’ultima guidata da don Andrea a Roma, ospiterà una veglia di preghiera; martedì 5, alle 18.30 nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, il vescovo ausiliare per il settore Nord, monsignor Guerino Di Tora, presiederà una Messa.
Sempre martedì, il vescovo ausiliare per il settore Centro, monsignor Matteo Zuppi, sarà a Trabzon insieme a un gruppo di pellegrini per celebrare una solenne liturgia eucaristica nella chiesa di Santa Maria, la parrocchia in cui don Andrea Santoro, definito da Benedetto XVI «silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo», fu ucciso mentre pregava.
Don Andrea Santoro è nato a Priverno (Latina) nel 1945. Nel 1956 la famiglia si trasferisce a Roma e nel 1958 Andrea entra al Pontificio Seminario Minore e successivamente al Maggiore. Completati gli studi di teologia presso l’Università Lateranense, viene ordinato sacerdote il 18 ottobre 1970. Svolge la sua attività pastorale di viceparroco nelle parrocchie dei Santi Marcellino e Pietro (1970-1971) e della Trasfigurazione (1972-1980). Nel 1980 chiede di trascorrere 6 mesi in Medio Oriente.
Al suo rientro a Roma viene nominato parroco e inizia il suo nuovo ministero nel quartiere di Verderocca (nei pressi del Tiburtino Terzo). Qui ha anche il compito di “costruire” la chiesa che sarà dedicata Gesù di Nazareth (1981-1993). Nel 1994 viene chiamato a guidare la comunità dei Santi Fabiano e Venanzio accompagnandola verso il grande Giubileo del 2000. È dello stesso periodo la nascita della “Finestra per il Medio Oriente”, l’associazione fondata da donSantoro «per favorire il rispetto, la pace e la comunione tra le Chiese sorelle cristiane e tra l’ebraismo, il cristianesimo e il musulmanesimo».
L’11 Settembre del 2000 parte per la Turchia come fidei donum (dono della fede) della diocesi di Roma, prima a Iskenderun, nel sud del Paese vicino ad Adana, e poi a Trabzon, sul Mar Nero. Qui, il 5 febbraio del 2006, viene ucciso nella chiesa di Santa Maria a Trabzon mentre prega con la Bibbia in lingua turca tra le mani, trapassata da uno dei proiettili che lo hanno colpito alle spalle.