ROMA, giovedì, 29 novembre (ZENIT.org) – Una donna impegnata nella politica e attenta ai giovani, alla famiglia, agli ultimi. Questa è l’immagine di Maria Eletta Martini – madre del volontariato italiano – filtrata e sintetizzata attraverso i pensieri, gli sguardi e i ricordi anche commossi di quei rappresentanti delle istituzioni e del terzo settore che hanno avuto l’opportunità d’incontrarla.
“Era attenta ai segni del tempo. Il modo migliore per ricordarla è ripartire da dove lei è arrivata. Solo così possiamo costruire il presente e il futuro”. E’ ciò che sostiene monsignor Giuseppe Pasini, che a quasi un anno di distanza dalla sua scomparsa è intervenuto al convegno “Protagonisti del proprio tempo.
Dalla memoria di Maria Eletta Martini al futuro del volontariato” che si è svolto ieri a Roma (28 novembre) presso la sede del Cnel. La mattinata è stata coordinata dal presidente del Centro nazionale per il volontariato Edoardo Patriarca, che ha ricordato la fondatrice del Cnv rileggendo alcuni passaggi dei suoi scritti più recenti.
“E’ la testimonianza di una donna sobria e culturalmente elegante – ha detto Patriarca – impegnata a tessere sempre il mondo civile con le istituzioni. Lo ha fatto per trent’anni. Oggi, purtroppo, non lo fa più nessuno”.
“Maria Eletta ha lavorato per costruire ponti, non barricate” ha proseguito Pasini. “Ha vissuto la sua attività parlamentare con spirito di servizio e non come privilegio. Ma soprattutto ha testimoniato la propria fede e le proprie convinzioni sia nella politica sia nel volontariato. Ed è stata cristiana attiva anche dentro la Chiesa, affrontando con determinazione temi come il divorzio e l’aborto”.
Pasini ha ricordato così i motivi che all’età di 70 anni hanno portato la Martini a lasciare il Parlamento: “Lo ha fatto per favorire il ricambio – dice – perché desiderava che ogni generazione potesse riconoscersi con i suoi rappresentanti. E lo ha fatto anche perché era stanca di avere intorno le stesse persone e perché era convinta di far politica anche fuori dalle sedi parlamentari”.
All’incontro – promosso da Centro nazionale per il volontariato, Comune di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Istituto Luigi Sturzo – ha partecipato anche il giurista Nicolò Lipari, relatore alla Camera della legge quadro sul volontariato, la 266 del 1991. “Sono molte le persone che uno incrocia nella vita. Ma sono poche quelle che ti lasciano un segno. Fra queste c’è Maria Eletta Martini, sempre esemplare nel confronto con le istituzioni” ha detto Lipari, secondo cui la memoria “è progresso tra passato e presente”.
Per lui ritornare alla testimonianza di Maria Eletta significa proiettarsi nel futuro. “Non si può conoscere il mondo del volontariato se non si passa dal suo ricordo” ha proseguito l’onorevole. “Maria Eletta rappresenta il punto di saldatura tra le pulsioni della società civile e il sistema istituzionale. Purtroppo oggi non ci sono persone capaci di unire la società civile e il mondo politico. Se Maria Eletta oggi fosse qui e potesse stimolare il dibattito – ha aggiunto Lipari – non starebbe né con chi pensa di poter sottrarre alla politica la sua specificità, né con o movimenti e con chi ragioni con la logica degli schieramenti. Questa crisi potrà essere superata fino a quando il volontariato sarà interpretato con l’idea stessa di cittadinanza. Per programmare il futuro – ha chiuso Lipari – è necessario capovolgere le prospettive per passare dalla doverosità del gratuito alla gratuità del doveroso”.
La figura di Maria Eletta Martini si associata in modo stretto alla città di Lucca, sede del Cnv e dei primi convegni nazionali del volontariato. “Purtroppo l’ho conosciuta tardi” ha raccontato il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. “Poi m’invitò nel suo studio in un giorno di luglio. Mi trovai di fronte ai carteggi che raccontavano la storia, le relazioni con i padri costituenti, con la resistenza. E poi De Gasperi e Moro… Mi si spalancò il mondo, mi mise in contatto con la grande storia. Di lei ho apprezzato la straordinaria cultura politica e l’assenza di impostazioni ideologiche. Pur nell’irrinunciabile appartenenza cristiana, di lei si poteva apprezzare la laicità, la disponibilità all’incontro con l’altro. Ha sempre desiderato far sì che quel che aveva creato con Giuseppe Bicocchi potesse continuare a vivere con una certa impostazione. Il suo esempio e la sua capacità di essere proiettata verso il futuro ci accompagna ancora con quel suo forte senso della democrazia”.
I ricordi del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Arturo Lattanzi iniziano dal 1978. “Ogni volta che entravo in contatto con Maria Eletta – ha detto Lattanzi – non era mai per una domanda o una richiesta diretta. Le sue erano segnalazioni destinati a risolvere i problemi di altri che lei aveva fatto propri. Se oggi Lucca è un punto di riferimento per il volontariato e se il volontariato è punto di riferimento per il paese, il merito è della Martini.
La sua vita è stata spesa nel portare a anti i valori in cui credeva: ricordo, fra i tanti aspetti, due caratteristiche essenziali: la pazienza e il fatto che nel volontariato si riceve di più di quello che si dà”. Negli ultimi dieci anni, secondo quanto riportato da Lattanzi, la Fondazione Crl ha destinato oltre 13 milioni di euro al fondo nazionale per il volontariato, cui si aggiungono circa 29 milioni di contributi erogati per sostenere le attività di enti e associazioni della provincia di Lucca che operano nel settore.
Un ricordo non formale e pieno di spunti è giunto poi dagli altri ospiti della mattinata: la presidente della Convol Emma Cavallaro, Diego Cipriani della Caritas Italiana e il presidente di CSVnet Stefano Tabò. “Se fare memoria di Maria Eletta significa rinnovare l’impegno, questa è la strada che ci attende” ha concluso la Cavallaro.
Alla memoria di Maria Eletta Martini sarà dedicato il primo appuntamento del prossimo “Festival del volontariato – Villaggio Solidale” che si terrà a Lucca dal 21 al 24 febbraio 2013.