ROMA, lunedì, 19 novembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Il libro dell’Apocalisse fin dal suo inizio richiama a una conversione da rinnovare continuamente. L’autore, come i profeti dell’antica alleanza, si rivolge ai credenti per ricordare loro la missione che devono svolgere. La fedeltà data nel passato deve essere continuamente rinnovata. La luce della Grazia sostiene il cammino di fedeltà dei credenti, i quali devono attraversare il buio della cecità, aprirsi alla misericordiosa presenza del Signore, e lasciarsi illuminare dall’eterna sua vita. Il cieco di Gerico ci ricorda che è necessario compromettersi di persona, sempre.
Meditazione
Nelle parole del cieco c’è una parte dell’invocazione chiamata Preghiera del cuore, che nella formula di base dice: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore».La richiesta del cieco è accolta. Constatiamo frequentemente come non tutte le richieste vengano accolte. Forse non si è in grado di chiedere come si dovrebbe? Con quanta fede si propone la propria preghiera? Il mistero del silenzio di Dio, comunque, non può essere spiegato, e tutte le parole pronunciate in questo senso sono inutili. Gesù invita all’insistenza; il cieco, infatti, non ascoltato, inizia a gridare più forte! È necessario insistere, facendo memoria di tutto quello che il Signore ha già fatto. La tentazione della sfiducia e dello scoraggiamento, e quella ancora più terribile dell’incredulità, non possono permettere all’invocazione di non continuare a innalzarsi coraggiosamente e sempre nella prospettiva della lode. È così anche nei Salmi, dove continuamente il grido dei sofferenti non impedisce la lode. Il credente inascoltato intraprende un percorso interiore per riformulare il proprio rapporto con Dio, che si è manifestato assente, chiedendogli anzitutto di riuscire a mantenere la fede. Bisogna entrare nel dinamismo della preghiera insistente, che aspira a mantenere una comunione con Dio, decidendo più sulla volontà che sul sentimento. Sperare contro ogni speranza. L’insegnamento sulla necessità di una preghiera. Insistente è anche una raccomandazione a non arrendersi, a non fermarsi. La guarigione del cieco, come ogni miracolo, è segno della bontà del Signore, ma anche paradigma della salvezza: Dio rende l’uomo capace di accogliere la sua luce, quella manifestatasi a Pasqua, come fonte di Vita, e che dal sepolcro di Cristo e dalla sua anàstasis,la risurrezione, si è irradiata nel mondo anche attraverso la testimonianza di coloro che credono, affinché ogni uomo potesse contemplare il Volto dell’amore.
Preghiera
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa (dalla Sequenza di Pentecoste).
Agire
Nella stanza buia accendo un lume davanti a un’icona del Volto del Signore per concentrare la mia attenzione e la mia preghiera su di Lui, che è la Luce del mondo.
Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it