di Egidio Chiarella*
ROMA, sabato, 17 novembre 2012 (ZENIT.org).- Il deserto è sempre stato nell’immaginario della gente un luogo di estreme difficoltà fisiche, le quali possono portare un essere vivente, sprovveduto, all’ultimo respiro. Eppure, anche in questo posto ostile, si può vivere. Le oasi sono, infatti, i punti vitali di una zona arida e permettono di superare le insidie proprie di quell’aria, consentendo una forma esistenziale comunque regolare. La vita è così! La nostra siccità interiore, causata dai nostri tormenti, può essere superata con una pausa nell’oasi del nostro spirito, durante l’ascolto di una santa Messa. Eppure non facciamo caso a questa straordinaria possibilità, che l’uomo ha di continuo a sua completa disposizione. Il credente sa che la sua brocca può essere riempita ogni mattina, oppure ogni domenica, proprio durante l’ascolto della santa Messa. Che cosa è la Messa dei cristiani, se non un oasi ben attrezzata e fiorente, in mezzo al deserto delle nostre mille angosce quotidiane? Quell’acqua viva che, come disse Gesù ad una donna di Samaria, vicino al pozzo di Giacobbe, permette a chi la beve di non avere più sete, diventando in lui “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.
Ma quanta gente oggi rimane assetata e con la brocca vuota? Purtroppo è un fenomeno ricorrente, magari mascherato e ben mimetizzato. D’altronde i luoghi per dissetarci, almeno sulla carta, sono oggi tantissimi. Io ne ho frequentato qualcuno, senza dissetarmi mai, se non nell’illusione di aver trovato la fonte che cercavo. Il deserto, più volte, avanza sotto traccia e quando te ne accorgi, rischi di non avere la possibilità di raggiungere una vera oasi. Quanti giovani, ma anche meno giovani, si lasciano coinvolgere nelle violenze dei cortei democratici, strumentalizzati da pochi, per provocare il caos; nell’oasi della droga; del sesso sfrenato, oggi anche virtuale; del mito del denaro a tutti i costi; di un mondo di plastica costruito nei meandri di internet; del lusso quale strumento essenziale di seduzione e di potere, in grado di far soccombere gli altri. Quante volte quella brocca piena si è svuotata, nonostante i mille presunti successi ottenuti. Così in Isaia: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte”.
Per riempirla allora, con molte illusioni e senza successo, si sono inseguiti riti alternativi alla Santa Messa e alla Parola del Vangelo; luoghi segreti; rituali esoterici o comunque, al contrario, si sono innalzate, fino allo spasimo, conquiste materiali; venerazioni della prestanza fisica; l’uso della menzogna e della violenza, da soli o in gruppo, per arricchirsi e costruirsi una posizione sociale più forte possibile. In Geremia leggiamo: Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua”. Basterebbe fermarsi un attimo e capire come da oltre duemila anni, ogni giorno e in ogni ora, in tutto il mondo, si celebri l’Eucarestia, consentendo che il fascino storico e il segno divino della Sacra Cena diventino attuali per tutti. Qui la brocca riempita, se si crede veramente, non si svuoterà mai. Consentirà, piuttosto, a colui che la possiede, di far bere anche a chi non ha avuto ancora la fortuna di scoprire la fonte giusta e inesauribile, a cui dissetarsi, nei giorni aridi della propria esistenza. In Ezechiele una profezia in tal senso: Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà”. Mai brocche vuote! Le nuove generazioni sappiano tenerle sempre piene. Solo il loro altruismo disseterà il mondo e seccherà la violenza, di tragica attualità, in qualsiasi luogo e in ogni forma di protesta sociale.
* Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.
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