Natura, contesto ed agenti della Nuova evangelizzazione (Ottava Parte)

Traduzione italiana delle “Propositiones” 41-46 del Sinodo

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 14 novembre 2012 (ZENIT.org) – La nostra tradizione non ufficiale delle Propositiones del recente Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione continua oggi con il testo delle Proposizioni 41-46.

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4)  Agenti/Partecipanti della nuova evangelizzazione

Proposizione 41: NUOVA EVANGELIZZAZIONE E CHIESA PARTICOLARE

La Chiesa particolare, diretta dal vescovo, aiutato da sacerdoti e diaconi, con la collaborazione di persone consacrate e laici, è l’oggetto della nuova evangelizzazione. Lo è perché in ogni luogo la Chiesa particolare è la manifestazione concreta della Chiesa di Cristo e, come tale, inizia, coordina e realizza le azioni pastorali attraverso le quali la nuova evangelizzazione viene implementata.
Nella Chiesa risuona la chiamata alla santità, diretta a tutti i battezzati, invitati a seguire il Cristo e a rivolgersi con amore e buona volontà verso tutti gli uomini, al fine di discernere l’azione dello Spirito Santo in loro: “come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). Per le prime comunità cristiane, la comunione era un elemento costitutivo della vita di fede e necessaria per l’evangelizzazione:  avevano un solo cuore e spirito. La Chiesa è comunione, vale a dire, la Chiesa è la famiglia di Dio.
La Chiesa permette a ciascuno dei suoi membri di essere consapevoli della loro responsabilità di essere come il lievito nella pasta. In questo modo, “la fede che opera per mezzo della carità” (Gal 5,6) diventerà una testimonianza contagiosa per il mondo in tutte le sue dimensioni, offrendo ad ogni persona la possibilità di incontrare Cristo e di diventare a sua volta evangelizzatore.  
È auspicabile che ogni Chiesa particolare, qualunque siano le difficoltà, sviluppi il senso della missione tra i suoi fedeli cooperando con le altre Chiese particolari.

Proposizione 42: ATTIVITA’ PASTORALE INTEGRATA

Ogni Chiesa particolare è la comunità primaria della missione della Chiesa. Deve animare e guidare una rinnovata attività pastorale in grado di integrare la varietà dei carismi, dei ministeri, degli stati di vita e delle risorse. Tutte queste realtà devono essere coordinate all’interno di un progetto missionario organico, capace di comunicare la pienezza della vita cristiana ad ognuno, specialmente a coloro che si sentono lontani dalla cura della Chiesa. Tale sforzo deve derivare dal dialogo e dalla cooperazione di tutti le componenti diocesane, tra cui: parrocchie, piccole comunità cristiane, comunità educative, comunità di vita consacrata, associazioni, movimenti e singoli fedeli. Ogni programma pastorale deve trasmettere la vera novità del Vangelo ed essere incentrato sull’incontro personale e vivente con Cristo; deve essere anche strutturato per suscitare in tutti una generosa adesione alla fede ed una volontà di accettare la chiamata ad essere dei testimoni.

Proposizione 43: DONI GERARCHICI E CARISMATICI

Lo Spirito Santo guida la Chiesa nella sua evangelizzazione missionaria “con diversi doni gerarchici e carismatici” (Lumen gentium, 4). Infatti, le diocesi sono “una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio” (Christus Dominus, 11), dove le diverse realtà carismatiche riconoscono l’autorità del vescovo come parte integrante della propria azione a servizio della missione ecclesiale. Il vescovo ha la responsabilità di portare “giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato” (Lumen gentium, 12), come una risorsa autentica per la vita e la missione della Chiesa. I doni gerarchici e carismatici, sgorgando dall’unico Spirito di Dio, non sono in concorrenza ma piuttosto co-essenziali per la vita della Chiesa e l’efficacia della sua azione missionaria (cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio ai partecipanti al Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali, 27 maggio 1998). La vita consacrata occupa un posto particolare nella dimensione carismatica della Chiesa (cfr. Mutuae relationes, 34, Ripartire da Cristo, 32); come tale, pienamente inseriti nella comunione ecclesiale, contribuiscono con i propri doni all’evangelizzazione missionaria. Vanno effettuati studi sia a livello diocesano che interdiocesano per valutare quanto sia i doni carismatici sia le gerarchie siano in grado di cooperare nell’azione pastorale e nella vita spirituale della Chiesa.
Dal Vaticano II, la nuova evangelizzazione ha tratto grande beneficio dal dinamismo dei nuovi movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. Il loro ideale di santità e di unità è stata fonte di molte vocazioni e notevoli iniziative missionarie. Il Sinodo riconosce queste nuove realtà e le incoraggia a utilizzare i loro carismi in stretta collaborazione con le diocesi e le comunità parrocchiali, i quali a loro volta potranno trarre beneficio da loro spirito missionario.

Proposizione 44: NUOVA EVANGELIZZAZIONE IN PARROCCHIA

La parrocchia, per mezzo di tutte le sue attività, deve incoraggiare i suoi membri a diventare agenti della nuova evangelizzazione, dando testimonianza sia con la propria parola che con la propria vita. Per questo motivo, è importante ricordare che la parrocchia rimane l’ambiente abituale per la vita spirituale dei parrocchiani. Il Sinodo pertanto incoraggia le visite parrocchiali alle famiglie come un mezzo di rinnovamento della parrocchia. A volte succede che la parrocchia viene considerata solo come un luogo per eventi importanti o persino come un centro turistico. Parimenti, gli “agenti pastorali” negli ospedali, i centri giovanili, le fabbriche, le carceri, ecc.  devono tener presente che la nuova evangelizzazione deve trovare casa in questi luoghi. La Chiesa deve infatti essere presente in questi luoghi, poiché Cristo ha mostrato la sua preferenza per le persone che li popolano. Per quanto è nel loro potere, tutte le Chiese sono quindi esortate ad essere aperte a questa missione, ovunque si trovino.

Proposizione 45: IL RUOLO DEI FEDELI LAICI NELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

La vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle strutture terrene, affinché ogni comportamento ed attività umana sia informata dal Vangelo. Questo è il motivo per cui è così importante guidare i laici cristiani verso un’intima conoscenza di Cristo, al fine di formare la loro coscienza morale attraverso la loro vita in Cristo. Il Concilio Vaticano II individua quattro aspetti principali della missione dei battezzati: la testimonianza della loro vita, le opere di carità e di misericordia, il rinnovamento dell’ordine temporale e l’evangelizzazione diretta (cfr. Lumen gentium, Apostolicam actuositatem). In questo modo, saranno in grado dare testimonianza di una vita veramente coerente con la loro fede cristiana, come persone singole e come comunità.
I laici cooperano all’opera di evangelizzazione della Chiesa, come testimoni e allo stesso tempo stesso come strumenti viventi della sua missione salvifica che condividono (cfr. Ad gentes, 41). Perciò la Chiesa apprezza i doni che lo Spirito sta facendo a tutti i battezzati per la costruzione del corpo, e dovrebbe fornire un incoraggiamento adeguato e preparazione per favorire il loro zelo apostolico nella trasmissione della fede.

Proposizione 46: COLLABORAZIONE DI UOMINI E DONNE NELLA CHIESA

La Chiesa apprezza l’uguale dignità di donne e uomini nella società come creati ad immagine di Dio, e nella Chiesa in base alla loro comune vocazione come battezzati in Cristo. I pastori della Chiesa hanno riconosciuto le capacità speciali delle donne, come la loro attenzione verso gli altri e i loro doni per l’educazione e compassione, in modo molto speciale nella loro vocazione di madri. Le donne assieme agli
uomini danno testimonianza  del Vangelo della vita con la loro dedizione alla trasmissione della vita nella famiglia. Insieme aiutano a mantenere viva la fede. Il Sinodo riconosce che oggi, le donne (laiche e religiose) insieme con gli uomini contribuiscono alla riflessione teologica a tutti i livelli e condividono le responsabilità pastorali in modo nuovo, portando avanti la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede.

[Traduzione a cura di Paul De Maeyer]

[Domani, giovedì 15 novembre proporremo la traduzione delle Proposizioni 47-52 del Sinodo. Martedì 13 novembre sono state pubblicate le Proposizioni 36-40]

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ZENIT Staff

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