Siamo ancora "soggetti sociali" nel mondo globale?

Studiosi di tutto il mondo si interrogano su quale sia oggi il rapporto con la casa sul piano culturale, legislativo, previdenziale e sociale

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ROMA, lunedì, 12 novembre 2012 (ZENIT.org) – Il 14 e il 15 novembre 2012 presso l’Università Roma Tre, esperti di diverse università del mondo si riuniranno a Roma per il convegno internazionale “Domesticità e Identità personale tra sfera pubblica e privata” promosso dalla Fondazione Oikia e dall’Home Renaissance Forum di Londra. 

Quanto e come si sta in casa? Siamo ancora soggetti sociali nel mondo globale? Chi fa i lavori della casa e con quale riconoscimento sociale? Il lavoro domestico ha una professionalità? La scelta di ricorrere al mercato per la cura del domestico cosa comporta per la famiglia e per il lavoratore? Come sta vivendo la donna il ‘doppio sì’ (famiglia e lavoro)? Su questi temi si interrogheranno filosofi, sociologi, psicologi, pedagogisti e persino architetti di diverse università (Roma Tre, Cagliari, Firenze, La Sapienza, Pisa, Paris Descartes, Navarra, Londra, per citarne alcuni). 

Tra questi Rafael Alvira dell’Università di Navarra (Spagna) che affronterà il tema de La casa come origine radicale dell’identità personale e sociale; o Jean-Claude Kaufman dell’Università Paris Descartes (Francia) che parlerà de La casa delle piccole felicità. Il tema de La donna nel disordine contemporaneo è affidato aGiuliana Kantzà dell’Istituto Freudiano di Milano mentre Maria Teresa Russo (Università Roma Tre) con Franca Alacevich e Annalisa Tonarelli (Univ. Firenze) parleranno de Le nuove casalinghe: il punto di una ricerca (Il programma completo è disponibile in allegato).

Il convegno parte dalla consapevolezza che l’importanza della dimensione domestica possiede oggi uno scarso riconoscimento sociale proprio in un’epoca in cui il ricorso al mercato dei servizi per la casa è un fenomeno sempre più frequente: ne nascono nuove dinamiche, le cui ricadute, positive e negative, sono ancora da analizzare a fondo.

Il termine casalinga tradizionalmente inteso non è più pienamente rappresentativo della società. Secondo recenti dati Istat, 5 milioni di donne fanno le casalinghe a tempo pieno. Poco meno di un milione (800 mila per la precisione) sono le casalinghe italiane che non hanno ancora compiuto 35 anni. Donne cioè che si dichiarano “occupate in faccende domestiche”. Tuttavia iniziano ad apparire anche i “casalinghi”.

“L’attività di cura rimane ancora oggi prevalentemente in capo alla donna (moglie, madre e figlia) che deve coniugarla con dinamiche lavorative sempre più complesse” dice la Prof. Maria Teresa Russo (Università di Roma Tre) del comitato organizzatore del Convegno, e prosegue: “si tratta di dare alla donna non solo pari opportunità, ma le opportunità adeguate al suo status (di donna) e alla sua condizione (moglie, madre, figlia)”.

Il convegno promosso dalla Fondazione Oikia dall’Home Renaissance Fondation di Londra, dall’Università di Roma Tre e dalla Waikato University della Nuova Zelanda, vede la partecipazione di centinaia di studiosi provenienti da tutto il mondo. Più di 30 papers saranno presentati da specialisti provenienti da paesi come Colombia, Kenya, Nuova Zelanda, e diversi paesi d’Europa. In allegato il programma completo, disponibile anche qui: http://wms-zolton.mngt.waikato.ac.nz/depts/tourism/hr/programma.html 

La Fondazione Oikia si propone di valorizzare la dimensione “domestica” della persona e di favorire una riflessione costruttiva sul tema della conciliazione lavoro-famiglia. Consapevole della poliedricità del lavoro della donna, che oggi presenta nuove complessità, la Fondazione intende promuovere iniziative che valorizzino le specifiche qualità e attitudini femminili negli ambienti di lavoro e allo stesso tempo restituiscano alla cura dell’ambiente domestico la sua dignità e professionalità, spesso ignorate o addirittura negate.

Per maggiorni informazioni: 

Marita Sechi, 3408626419,fondazioneoikia@interfree.it

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ZENIT Staff

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