Natura, contesto ed agenti della Nuova evangelizzazione (Quinta Parte)

Traduzione italiana delle “Propositiones” 26 – 30 del Sinodo

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 11 novembre 2012 (ZENIT.org) – La nostra traduzione non ufficiale delle 58 “Propositiones” del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione continua con il testo delle Proposizioni 26 – 30.

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3) Risposte pastorali alle circostanze odierne

Proposizione 26 : PARROCCHIE ED ALTRE REALTA’ ECCLESIALI

I vescovi riuniti in Sinodo affermano che la parrocchia continua ad essere la prima presenza della Chiesa nei quartieri, il luogo e lo strumento della vita cristiana, che è capace di offrire delle opportunità per il dialogo tra gli uomini, per ascoltare ed annunciare la Parola di Dio, per una catechesi organica, per una formazione alla carità, per preghiera ed adorazione e celebrazioni eucaristiche gioiose. Inoltre, i padri sinodali vogliono incoraggiare le parrocchie a scoprire vie per orientare se stesse ad una maggiore enfasi sull’evangelizzazione, che potrebbe includere missioni parrocchiali, dei programmi di rinnovamento delle parrocchie e dei ritiri parrocchiali. La presenza e l’azione evangelizzatrice di associazioni, movimenti e di altre realtà ecclesiastiche sono degli utili stimoli per la realizzazione di questa conversione pastorale. Le parrocchie, come le realtà ecclesiali tradizionali e nuove, sono chiamate a rendere visibili la comunione della Chiesa particolare riunita attorno al vescovo.
Al fine di portare a tutti la Buona novella di Gesù, come richiesto dalla Nuova evangelizzazione, tutte le parrocchie e le loro piccole comunità dovrebbero essere delle cellule viventi, dei luoghi per promuovere l’incontro personale e comunitario con Cristo, per sperimentare la ricchezza della liturgia, per dare una formazione cristiana iniziale e permanente, e per educare tutti i fedeli in fraternità e carità specialmente verso i poveri.

Proposizione 27: EDUCAZIONE

“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20). L’educazione è una dimensione costitutiva dell’evangelizzazione. Proclamare Gesù Cristo risorto, è accompagnare tutti gli esseri umani nella loro storia personale, nel loro sviluppo e nella loro vocazione spirituale. L’educazione deve, allo stesso tempo, promuovere tutto quello che è vero, buono e bello che fa parte della persona umana, vale a dire, educare lo spirito e le emozioni ad apprezzare la realtà.
I bambini, gli adolescenti e i giovani hanno il diritto di essere evangelizzati ed educati. Le scuole ed università cattoliche rispondono in questo modo a questa esigenza. Le istituzioni pubbliche devono riconoscere e sostenere questo diritto.
Le scuole devono assistere le famiglie nell’introdurre i bambini nella bellezza della fede. Le scuole offrono una grande opportunità di trasmettere la fede o almeno di farla conoscere.
I padri sinodali sono grati per il lavoro educativo svolto da migliaia di insegnanti, uomini e donne, nelle istituzioni educative cattoliche dei cinque continenti.
A causa del ruolo singolare degli insegnanti, è importante che ricevano una formazione permanente nell’esercizio delle loro responsabilità. Le scuole devono essere libere di insegnare. Questa libertà è un diritto inalienabile.
Pertanto, al fine di assicurare che le nostre istituzioni siano agenti di evangelizzazione e non solo dei prodotti di evangelizzazione, il Sinodo:
– incoraggia le istituzioni educative cattoliche a fare tutto il possibile per preservare la loro identità come istituzioni ecclesiastiche;
– invita tutti gli insegnanti di abbracciare la leadership che è loro in quanto discepoli battezzati di Gesù, dando testimonianza attraverso la loro vocazione di insegnanti;
– esorta le Chiese particolari, le famiglie religiose e tutti coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni educative a facilitare la corresponsabilità dei laici, offrendo una formazione ed un accompagnamento adeguati a questo scopo.

Proposizione 28: CATECHESI DEGLI ADULTI

Non si può parlare di nuova evangelizzazione se la catechesi degli adulti è inesistente, frammentata, debole o trascurata. Quando questi difetti sono presenti, il ministero pastorale affronta una sfida molto seria.
Le tappe e i livelli del catecumenato della Chiesa mostrano come, sul piano biblico, catechetico, spirituale e liturgico, la storia di una persona e il suo cammino di fede possono essere intesi come una vocazione attraverso la sua relazione con Dio (cfr. Evangelii nuntiandi, 18; Instrumentum laboris, 92).
In tutto questo, il carattere pubblico della decisione di fede che prende il catecumeno, che cresce gradualmente nella comunità e nella diocesi, ha un impatto positivo su tutti i fedeli.

Proposizione 29: CATECHESI, CATECHISTI E CATECHISMO

Una buona catechesi è essenziale per la nuova evangelizzazione. Il Sinodo richiama l’attenzione sul servizio indispensabile che rendono i catechisti alle comunità ecclesiali ed esprime la sua profonda gratitudine per la loro dedizione. Tutti i catechisti, che sono allo stesso tempo evangelizzatori, devono essere ben preparati. Ogni sforzo deve essere fatto, in funzione delle possibilità della situazione locale, per offrire ai catechisti una solida formazione ecclesiale, cioè spirituale, biblica, dottrinale e pedagogica. La testimonianza personale della fede è di per sé una forma potente di catechesi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio sono, anzitutto, una risorsa per l’insegnamento della fede e per sostenere gli adulti nella Chiesa nella loro missione di evangelizzazione e di catechesi.
Conforme alla lettera apostolica Ministeria quaedam di papa Paolo VI, le Conferenze episcopali hanno la possibilità di chiedere alla Santa Sede l’istituzione del ministero di catechista.

Proposizione 30: TEOLOGIA

La teologia, in quanto scienza della fede, ha una sua importanza per la nuova evangelizzazione. I sacerdoti, gli insegnanti e le catechisti devono essere formati in istituzioni di educazione superiore. La Chiesa apprezza ed incoraggia la ricerca e l’insegnamento della teologia. La teologia scientifica ha il suo proprio luogo nell’università, dove deve fare un dialogo tra la fede e le altre discipline e il mondo secolare. I teologi sono chiamati a compiere questo servizio come parte della missione salvifica della Chiesa. È necessario che loro pensano e sentano con la Chiesa (sentire cum Ecclesia). Il Sinodo propone che la nuova evangelizzazione sia considerata una dimensione integrale della missione di ogni facoltà teologica e che un dipartimento di Studi sulla nuova evangelizzazione venga istituito nelle università cattoliche.

[Traduzione a cura di Paul De Maeyer]

[Lunedì 12 novembre proporremo la traduzione delle Proposizioni 31 – 35. Sabato 10 novembre sono state pubblicate le Proposizioni 19 – 25]

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ZENIT Staff

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