di Ann Schneible

ROMA, lunedì, 12 novembre 2012 (ZENIT.org) – Quasi un centinaio di giovani provenienti da tutto il mondo si sono incontrati sabato scorso, alle prime ore del mattino, per la celebrazione della messa nella cripta della Basilica San Pietro. È poi seguito un pellegrinaggio di 12 ore durante il quale i partecipanti hanno raggiunto a piedi le sette basiliche maggiori di Roma.

Iniziando da San Pietro, i pellegrini si sono poi recati a San Paolo fuori le mura, a San Sebastiano, a San Giovanni in Laterano, a Santa Croce in Gerusalemme, a San Lorenzo fuori le mura e, infine, a Santa Maria Maggiore.

Il pellegrinaggio è organizzato ogni anno dal Centro San Lorenzo (CSL), centro giovanile internazionale, mentre la tradizione della visita alle sette basiliche – nota anche come il “giro delle Sette Chiese” di Roma – iniziò nel XVI secolo per iniziativa di San Filippo Neri.

La direttrice del CSL, Marta Nardin, slovena, ha spiegato a Zenit che la giornata ha rappresentato per i partecipanti un pellegrinaggio interiore, oltre che fisico.

“In ogni basilica vediamo i giovani pellegrini entrare sempre più in un clima di pietà e di grazie, sulle orme dei santi”, ha detto Marta.

La volontaria del CSL, Claire Poirrier, francese, ci ha parlato del senso di unità che emerge nel viaggio verso le varie Chiese. “Siamo tutti di diverse nazionalità - dice - e qui sperimentiamo in maniera speciale quanto è grande la Chiesa, perché possiamo pregare insieme e sentirci uniti da qualcosa che è più grande delle nostre differenze”.

Peter Maka, originario di Toronto e studente di filosofia presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, si è unito al pellegrinaggio sia per il suo significato storico, sia per il senso della comunità che si assorbe durante questo giro per Roma assieme a persone accomunate dalla fede. “Ho ricevuto un senso della presenza dei santi nelle chiese che abbiamo visitato”.

“C’è un beneficio spirituale nell’indulgenza che riceviamo, facendo questo pellegrinaggio”, dice Peter.

Padre Fredrick Gruber, sacerdote della diocesi di Pittsburg, dopo aver partecipato al pellegrinaggio di sabato scorso, ha parlato con Zenit della “grande lezione di fede” che si riceve da ognuna delle sette Chiese.

Fare lo sforzo di visitare queste Basiliche, ha detto, stimola il “desiderio di scoprire queste verità. Se facciamo lo sforzo di venire qui, ci sentiamo in grado di trarne qualcosa. Saremo disponibili a prestare attenzione a tante belle opere d’arte, alla lezione della fede, alle reliquie dei martiri e alle reliquie di Nostro Signore in queste chiese”.

Da una prospettiva spirituale, prosegue padre Gruber, l’idea del pellegrinaggio “è significativa per evadere dalla quotidianità e sentirsi aperti a fare esperienza della bellezza, riflettere sulla verità ed essere ispirati dal buon esempio dei santi e dei martiri che ci hanno preceduto”.

Per i giovani in particolare, ha aggiunto il sacerdote, “si tratta soprattutto di una grande occasione di catechesi, di approfondimento della fede e per incoraggiare questo tipo di legame e di amicizia con i santi e tra di loro, lungo il cammino”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]