di Luca Marcolivio
ROMA, lunedì, 12 novembre 2012 (ZENIT.org) – In occasione dell’Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, papa Benedetto XVI si è recato in visita questa mattina presso la casa-famiglia “Viva gli Anziani” sul Gianicolo, fondata e gestita dalla Comunità di Sant’Egidio.
All’evento hanno presenziato, tra gli altri, Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione Internazionale e fondatore della Comunità, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e monsignor Matteo Zuppi, vescovo ausiliare del Centro storico.
Il Santo Padre ha visitato l’intera struttura, poi ha sostato nel giardino, dove ha incontrato gli ospiti della casa-famiglia, i volontari e i membri della comunità di Sant’Egidio.
Dopo aver ringraziato il presidente Impagliazzo per il suo indirizzo di saluto, il Papa ha affermato: “Vengo tra di voi come Vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei”. Le difficoltà e le sofferenze legate alla terza età sono spesso “aggravate dalla crisi economica”, ha proseguito il Pontefice.
Eppure, nonostante la mestizia legata a questo tempo della vita – talora aggravata dalla nostalgia della propria gioventù – Benedetto XVI ha dichiarato senza indugio: “è bello essere anziani!”. Difatti, ha ricordato il Papa, la Bibbia considera la longevità “una benedizione di Dio”, nonché un “dono da apprezzare e valorizzare”.
Diversa è la mentalità odierna che, “dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto”, spesso respinge gli anziani come “non produttivi” e “inutili”. Il Santo Padre ha quindi auspicato che gli anziani di oggi possano il più possibile “rimanere nelle proprie case”. Essi, infatti, sono portatori di una “grande sapienza”.
Una società e una civiltà, ha aggiunto Benedetto XVI, si giudicano “anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune”, al punto che “chi accoglie gli anziani, accoglie la vita”.
La solidarietà tra giovani e anziani “ha aiutato a far comprendere come la Chiesa sia effettivamente famiglia di tutte le generazioni”, dove ognuno può sentirsi “a casa” e dove “non regna la logica del profitto o dell’avere, ma quella della gratuità e dell’amore”.
È proprio nell’ambito della solidarietà tra generazioni, ha proseguito il Papa, che va collocato l’Anno Europeo dell’invecchiamento attivo: in questo contesto il Pontefice ha ribadito che “gli anziani sono un valore per la società, soprattutto per i giovani” e che c’è “vera crescita umana ed educazione” solo attraverso un “contatto fecondo con gli anziani”.
Quando è in età avanzata, l’uomo fa sempre di più “l’esperienza del bisogno dell’aiuto degli altri”. Parimenti avvenne con Pietro del quale (cfr. Gv 21,18) il Signore predice il martirio ma, al tempo stesso “ci fa riflettere sul fatto che il bisogno di aiuto è una condizione dell’anziano”.
Gli anziani, con il loro bisogno di affetto e di aiuto, ci ricordano che “l’essere umano è relazionale”, ha proseguito il Pontefice, lodando lo spirito della casa-famiglia visitata, dove “quanti aiutano e quanto sono aiutati formano un’unica famiglia, che ha come linfa vitale l’amore”.
Il Santo Padre ha poi esortato gli anziani presenti a non scoraggiarsi mai, indicando loro l’esempio “illuminante per tutti” del Beato Giovanni Paolo II, e a pregare costantemente “con fede e con costanza”, diventando “intercessori presso Dio”.
La preghiera degli anziani, infatti, “può proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l’affannarsi di tanti”. Dopo aver chiesto agli ospiti della casa-famiglia la preghiera per “il bene della chiesa e la pace del mondo”, il Papa ha aggiunto: “Sentitevi amati da Dio e sappiate portare in questa nostra società, spesso così individualista ed efficientista un raggio dell’amore di Dio”.
Dopo la benedizione finale dei presenti, poco prima di congedarsi, Benedetto XVI ha scoperto e benedetto una targa-ricordo della sua visita alla struttura visitata.