Una Radio Maria in cinese

La scommessa parte da Macao

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di Daniele Trenca

ROMA, domenica, 11 novembre 2012 (ZENIT.org).- L’Asia, ma in particolar modo la Cina rappresenta da sempre un grande baluardo per la Chiesa di Roma. I cattolici sono perseguitati e la situazione che si trovano a vivere i fedeli cinesi non è semplice. Zenit ha incontrato Padre Pedro, salesiano classe 1929, che a Macao sta cercando di aprire una Radio Maria. Ci ha raccontato la sua esperienza per capire meglio com’è la situazione nel paese asiatico.

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Com’è nata l’idea di installare la Radio Maria a Macao per la lingua cinese?

Padre Pedro: Sono stato incaricato dal Cardinale Giuseppe Zen, mio compagno di noviziato, (attualmente Vescovo emerito di Hong Kong, ndr), che ha visto in me la persona adatta a prendere questo compito. Ho accettato volentieri perché nella mia vita ho sempre avuto una devozione speciale per la Madonna. Nel 2005 a Medjugorje ho capito profondamente il mistero della incarnazione dove Maria è una figura principale. Li ho ricevuto lo Spirito Santo che mi ha cambiato il cuore e la mente. Da quando mi hanno affidato questa missione prego il rosario quattro volte al giorno.

Radio Maria Macao è dunque ancora in fase embrionale?

Padre Pedro: Sì, all’inizio non avevamo capito cosa fosse, ma pian piano si è fatto chiaro che attraverso la radio è possibile fare propaganda della dottrina cristiana, del Vangelo, così ho preso volentieri questo incarico di essere direttore. Le nostre difficoltà però riguardano le frequenze che sono già tutte occupate e non si possono aggiungere. Abbiamo risolto e trasmetteremo in streaming sul nostro sito web. Inoltre con le nuove tecnologie mobili (iPad, iPhone ecc) possiamo avere anche il dialogo con i giovani.

A proposito di giovani, lei come sacerdote salesiano, ha sempre avuto un occhio di riguardo per le nuove generazioni. So che ha un’associazione che raccoglie ragazzi che provengono da situazioni difficili.

Padre Pedro: Ho un’associazione di ragazzi che hanno finito l’università (dai 20 ai 25 anni) e sono operatori sociali che aiutano i giovani. Il dipartimento educativo di Macao ci chiede di mandarli nelle scuole per supportarli. Alcuni vengono da situazioni difficili (genitori separati ecc) e possono anche diventare malvagi senza l’affetto familiare. Da poco abbiamo acquistato una struttura di 9.000 piedi quadrati costato 7 milioni di dollari di Hong Kong. Ho deciso di comprarla pur non avendo i soldi, pensando che la Madonna avrebbe provveduto, e così ha fatto. In brevissimo tempo i benefattori ci hanno donato 10 milioni di dollari senza che io chiedessi nulla. La Madonna ha fatto meraviglie perché erano le persone che venivano a chiedermi se avevo bisogno di denaro.

Com’è la situazione dei cattolici a Macao?

Padre Pedro: Macao è una Regione Amministrativa della Cina. In questo paese è diffuso il buddhismo, ma c’è una piccola minoranza di fedeli cattolici. E’ tuttavia uno stato a parte e non dipende dalla Cina. Dal 1999 non è più colonia portoghese e per cinquant’anni avrà un proprio governo. Ai tempi della colonia portoghese la Chiesa era fiorente perché il Portogallo è una nazione cattolica. Con il ritorno alla Cina, però, molti cattolici di Macao sono scappati per paura di essere perseguitati. La civiltà è divenuta così sempre più laica e i cristiani sono andati ad Hong Kong o si sono trasferiti negli Stati Uniti, in Canada, in Europa o in Australia.

Come vi organizzerete per questo importante progetto?

Padre Pedro: Sappiamo che in Italia Radio Maria punta moltissimo sul volontariato, a Macao sarà difficile formare un gruppo di volontari, ma siamo sicuri che questo è un lavoro della Madonna ed abbiamo piena fiducia in Lei. Per questo però bisogna pregare molto. Sono numerosi i nostri colleghi che quotidianamente affidano la loro preghiera tramite il rosario, la messa e l’adorazione eucaristica a Maria. Io penso che dappertutto, se vogliamo aiutare la Madonna bisogna pregare.

Sappiamo che tutta la sua vita ha avuto molti punti di contatto con il comunismo in Cina.

Padre Pedro: Io ho vissuto una vita contro il regime. Oggi ho 83 anni, ma nel 1949 quando in Cina prendeva il potere il Comunismo, io non ero ancora diventato prete. Ho 63 anni di professione. Mio fratello, religioso anche lui, vive in Cina e la situazione non è facile per chi crede in Gesù Cristo. Ci sentiamo spesso e mi racconta la sua condizione. Fino a qualche tempo fa per cercare di farlo tornare a Macao nelle mie lettere fingevo di essere la sua fidanzata. Gli scrivevo di fare in modo di rientrare per poterci sposare, ma non è stato possibile.

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ZENIT Staff

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