Tutta la vita è un dono

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, mercoledì, 7 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Nel Vangelo di oggi Gesù sembra allontanare coloro che lo seguono con un paradossale invito all’odio dei familiari, un’esaltazione della progettualità, un invito alla rinuncia totale e soprattutto a portare la croce, passaggio obbligato senza il quale non si comprende il valore e il senso della risurrezione. La croce non è fine a se stessa: non avrebbe significato e non la si potrebbe amare. Si ama la croce solo perché è il luogo della morte di Gesù Cristo, da dove Egli ha iniziato a sconfiggere il peccato e la morte, per giungere alla Risurrezione. Anche Paolo, cosciente della fine imminente, legge la sua personale croce alla luce della vittoria pasquale.

Meditazione

Gesù “non ama” le folle perché sa che non tutti sono pronti a seguirlo. Le condizioni sono dure, paradossali: “odiare” persino la propria vita! Soprattutto è fondamentale imparare a portare la croce. Cosa significa? Accettare la croce è accogliere la vita con le sue contraddizioni e sofferenze: Qualcuno l’ha portata prima di noi, per noi, e continua a portarla insieme a noi, insegnandoci come si fa. Ci invita a portare quelle degli altri, se necessario, come è successo al Cireneo. Accettare la vita, condividendo tutto con Cristo, anche il passaggio inevitabile e provvisorio della morte. I nostri occhi contemplano il Crocifisso e noi siamo invitati a crescere nella consapevolezza che il suo Sacrificio, che si realizza ancora sull’altare, è stato compiuto definitivamente alla Luce della Tomba vuota e della Risurrezione Pasquale. La croce senza la Risurrezione non ha senso! Il Signore indica la croce come momento in vista di altro e la dimostrazione è nelle parole successive, un invito a progettare per realizzare al meglio la vita. L’opera di Dio si compie quando si è capaci di mettere insieme il necessario abbandono alla Provvidenza e l’impegno totale di tutte le facoltà umane, utilizzando i criteri fondamentali che guidano il Regno di Dio, la comunione e l’amore. Come discepoli, progressivamente rinunciamo e ci educhiamo alla condivisione e all’accettazione dell’altro, attraverso la logica del dono. Tutta la vita è un dono da accettare, da condividere, da restituire, perché ha in sé ciò che dà la felicità. Non la si vende e non la si compra: è gratis! Quando facciamo bilanci o inventari, scopriamo l’infinito che ci abita, oltre alle contraddizioni e ai peccati che sono una parte della nostra personale croce. La vita è viaggio che sembra senza senso, ma aprendoci all’amore scopriamo che ogni emozione, ogni piccola cosa è una grazia infinita che ci permette di portare la croce con gioia.

Preghiera

«Siamo nati e non moriremo mai più»(Chiara Corbella Petrillo, morta a Roma il 16 Giugno 2012).

Agire

Il segno della croce alla mattina e in altri momenti della giornata ci ricordi il dono della vita e sia un invito ad accoglierla in pienezza.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione