Venite alla festa

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, martedì, 6 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Come ieri, anche oggi il Vangelo ci parla di un banchetto di festa, con molti invitati e con molti rifiuti. Si tratta di una cena paradossale, paradigmatica del modo di fare di Dio. Anche se molti invitati rifiutano, il padrone insiste, coinvolgendo anche coloro che erano stati esclusi. I posti non si esauriscono perché il cuore di Dio è talmente grande da coinvolgere le moltitudini, e l’immagine del servo invitato a spingere gli invitati, nella sua semplicità, è così ironica ed entusiasmante.

Meditazione

Molti rifiutano e trovano scuse, ma la festa di Dio è incontro con la felicità. Quanti giovani seguono criteri di vita che esaltano la tristezza, la sofferenza, il dolore e preferiscono il tedio, la noia, il nulla, chiudendosi in se stessi! Il Vangelo esalta la gioia e la felicità senza fine. Le scuse sono quelle di sempre! “Non ho tempo!”, e la moderna “Non mi interessa!”, drammatiche possibilità del rifiuto. Chi ha difficoltà a credere ha smarrito il senso della vita o non ha fiducia negli altri. Dalla fiducia dipende la convivenza, che è antidoto alla distruttiva tentazione di vedere l’altro come nemico. Ma non basta dire di credere: una fede sempre e solo rappresentata e mai vissuta, sperimentata, non è una vera fede. Non basta indossare l’abito sacerdotale, o qualsiasi abito cristiano, se poi le azioni non parlano veramente della fede. L’invito del Signore sarà più credibile se coloro che sono mandati avranno più fiducia in Dio e nell’uomo (cfr. 1Gv 4,20). L’uomo moderno ha inventato il tempo libero, ma ha dimenticato la festa e vive il Giorno del Signore solo in modo evasivo. Ilweek-endsoffoca le giornate: ci si ritrova più stanchi alla domenica sera che al venerdì pomeriggio! Il riposo diventa svago, frenetica frammentazione e dispersione del tempo. Al mondo imperniato sul lavoro non interessa come si passa la festa, ma che il lavoratore si riposi o viva un momento di evasione perché è solo un intervallo tra due periodi di lavoro! Il registro fondamentale è imposto dalla produzione e la festa è affare privato. Il Vangelo di oggi ci fa riscoprire la festa come gioco che rompe le rigide maglie della produzione e della ragione strumentale. La crisi della festa è una delle cause della crisi dell’uomo e va recuperata una qualità di rapporto con il tempo affinché la luce della festa illumini tutta la vita.

Preghiera

«Resta con noi, Signore, la sera, entra e cena con questi perduti: fa’ comunione con noi, Signore, senza di te ogni cuore è un deserto. Ora crediamo, tu sei il Vivente, sei il compagno del nostro cammino, ti conosciamo nel frangere il pane, tu dai il senso ad ogni esistenza»(David Maria Turoldo).

Agire

Il pranzo sia trasformato in un momento di festa, di relazione e di incontro, fra i commensali e con Colui che dona la vita.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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