di Matteo Tamagnini
SAN MARINO, sabato, 3 novembre 2012 (ZENIT.org).- San Marino si sta preparando alla elezioni politiche in una situazione molto difficile per le scelte che dovrà affrontare. C’è un clima di sfiducia nella politica e si è tentati di cadere allo scoraggiamento ma ciò che abbiamo incontrato nella vita, la proposta cristiana, ci stimola a vivere tutti gli aspetti della vita anche la politica. Per questo nella ricerca di un riferimento per orientarsi anche nell’ambito politico abbiamo tutta la storia del popolo cristiano che si è sintetizzata nella Dottrina Sociale Cattolica e con la guida sicura di Benedetto XVI che ci sprona continuamente ad andare al fondo anche di questa esperienza umana. Nella Visita del Santo Padre alla nostra Repubblica poco più di un anno fa e nei suoi interventi più recenti interventi vi si trovano utili spunti di riflessione di come cosa tener presente nell’azione politica. Proprio incontrando lo scorso 22 settembre i politici che fanno riferimento alla tradizione cristiana così si esprimeva:
”Onorevoli Signore e Signori, se è vero che della difesa e della promozione della dignità della persona umana «sono rigorosamente e responsabilmente debitori gli uomini e le donne in ogni congiuntura della storia», è altrettanto vero che tale responsabilità concerne in modo particolare quanti sono chiamati a ricoprire un ruolo di rappresentanza. Essi, specialmente se animati dalla fede cristiana, devono essere «capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza. Utilmente risuona in questo senso il monito del libro della Sapienza, secondo cui «il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto»; monito dato però non per spaventare, ma perspronare e incoraggiare i governanti, ad ogni livello, a realizzare tutte le possibilità di bene di cui sono capaci, secondo la misura e la missione che il Signore affida a ciascuno.”
Il vivere un periodo difficile a livello mondiale è anche occasione per ripensare l’intera impostazione della vita sociale, così il Papa ha affermato sempre nella stessa occasione: ”Un rilievo crescente assume l’attuale situazione economica, la cui complessità e gravità giustamente preoccupa,ma dinanzi alla quale il cristiano è chiamato ad agire e ad esprimersi con spirito profetico, capace cioè di cogliere nelle trasformazioni in atto l’incessante quanto misteriosa presenza di Dio nella storia, assumendo così con realismo, fiducia e speranza le nuove emergenti responsabilità. «La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, diventando così occasione didiscernimento e di nuova progettualità».”
Ma proprio riprendendo le parole che Benedetto XVI ha pronunciato nella sua Visita troviamo la valorizzazione della nostra identità di popolo e la sua peculiarità: ” … la ricchezza di questo popolo, la vostra ricchezza, cari Sammarinesi, è stata ed è la fede, e che questa fede ha creato una civiltà veramente unica.” La provvidenza vuole che proprio quest’anno sia l’Anno dedicato alla fede.
”Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia. Oggi, la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede.”
Arrivando ad indicare quali sono i pilastri di una civiltà veramente umana (anche oggi):
”La Chiesa, rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura. Per questo la Chiesa si impegna affinché le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo. Ben sappiamo, infatti, come nell’attuale contesto l’istituzione familiare venga messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l’irrinunciabile valore … è importante riconoscere che la famiglia, così come Dio l’ha costituita, è il principale soggetto che può favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni.” E questo ben consapevole che ”Anche nella Repubblica di San Marino, l’attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento; essa infatti pone l’intero tessuto sociale di fronte all’impellente esigenza diaffrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilità, con generosità e dedizione, facendo riferimento a quell’amore per la libertà che distingue il vostro popolo.”
Ma come in ogni situazione affermava che: ‘”Non mancano dunque le forze positive che permetteranno alla vostra Comunità di affrontare e superare l’attuale situazione di difficoltà.”
E concludendo: ”Esorto tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti.”
Questa piccola riflessione vuol essere l’invito a vivere questo momento importante della vita di San Marino, senza delegare in bianco a nessuno, rimanendo attenti e propositivi nei confronti di chi sarà chiamato ad agire nelle diverse istituzioni. Ma il compito più importante è quello di costruire luoghi di umanità dove ogni giorno siamo chiamati a vivere per dare ”carne” alle parole che colpiscono il nostro ”cuore”.
(Per gentile concessione del sito della Diocesi di San Marino-Montefeltro)