ROMA, sabato, 21 luglio 2012 (ZENIT.org).– Anche se l’evento catastrofico del sacco di Roma (410 d.C.) ha svolto un’importante funzione di stimolo, il De civitate non è opera occasionale, ma risponde ad un progetto teologico e religioso a lungo pensato. Si tratta di un’opera unitaria e organica nella quale Agostino confuta il politeismo pagano e presenta la dottrina cristiana conducendo il lettore nel cuore stesso del mistero di Cristo e lo rende partecipe della speranza di salvezza che ne guida il cammino nella storia.
Sulla base dei più recenti studi sull’opera agostinana, Fidelibus offre una rilettura attualizzante del De civitate.
L’AUTORE
Giuseppe Fidelibus è ricercatore, settore Filosofia Teoretica, nell’Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara. Insegna Istituzioni di Filosofia presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Nei suoi studi su sant’Agostino ha pubblicato finora articoli su Riviste Scientifiche internazionali. Ha pubblicato come curatore il volume di Atti Agostino non è (il) male (Chieti 1998). Tra le monografie scritte si segnala, inoltre, il volume Ragione, religione, città. Una rilettura filosofica del libro VIII del De civitate Dei di sant’Agostino (Teramo 2002).
LA COLLANA
La collana STUDI AGOSTINIANI, fondata da Agostino Trapè e diretta da Luigi Alici, Antonio Pieretti e Remo Piccolomini, raccoglie monografie sui più rilevanti ed attuali aspetti del pensiero di Agostino, alla luce dei suoi scritti, nella prospettiva della tradizione, e con il contributo dei più autorevoli studiosi agostiniani.
DATI TECNICI
ISBN 978-88-311-3422-4
f.to 14×21
pp. 392
prezzo: € 36,00