di Luca Marcolivio

ROMA, giovedì, 19 luglio 2012 (ZENIT.org).– Salvare i cristiani significa salvare la civiltà tutta. Con questo spirito si è tenuta ieri sera la manifestazione Salviamo i cristiani, dall'omonima associazione, presieduta dalla scrittrice Silvana De Mari, per dire no alle persecuzioni di cristiani nel mondo.

All'incontro, tenutosi in piazza Santi Apostoli, hanno presenziatovari rappresentanti del mondo politico ed istituzionale: tra questi la consigliera regionale del Lazio, Olimpia Tarzia e i deputati Maurizio Gasparri, Massimo Polledri, Gianni Vernetti, Sandro Olivieri e Souad Sbai, quest'ultima di origine marocchina ed esponente dell'Islam moderato.

“Da Roma si alzi forte la nostra voce i cristiani non devono sentirsi soli”, ha detto il sindaco della capitale, Gianni Alemanno. “Noi dobbiamo fare di tutto per rompere la cortina di silenzio che sta cancellando quello che sta avvenendo in tanti Paesi”, ha aggiunto il primo cittadino.

Da parte sua il vicepresidente della Camera dei Deputati, Maurizio Lupi, ha dichiarato: “Salvare i cristiani è salvare la dignità umana”.

“Sulle stragi che colpiscono i fedeli cristiani nel mondo – ha dichiarato alla vigilia della manifestazione, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini - occorre tenere alta l’attenzione affinché si interrompa un ciclo di violenze e persecuzioni inaccettabili. Il dialogo interreligioso e la libertà di professare la propria fede sono principi irrinunciabili che vanno riaffermati con forza”.

Già ideatore di una manifestazione omonima nel 2007, è salito sul palco anche l'europarlamentare Magdi Cristiano Allam. Rispetto a cinque anni fa, molta acqua è passata sotto i ponti: a quel tempo Allam era vicedirettore del Corriere della Sera e, soprattutto, era ancora di religione musulmana.

Impegnato da sempre nel dialogo interreligioso e nella difesa delle minoranze religiose minacciate, qualche mese dopo Magdi Allam si convertì al cattolicesimo, facendosi battezzare da papa Benedetto XVI nella basilica di San Pietro, il 22 marzo 2008, vigilia di Pasqua.

Nel suo intervento a piazza Santi Apostoli, Allam ha sottolineato quanto la cristianofobia sia un problema globale che tocca i suoi apici in paesi asiatici a regime comunista (Cina, Corea del Nord, Vietnam), a maggioranza induista (India) e in buona parte del Medio Oriente islamico.

L'europarlamentare ha menzionato poi l'attentato terroristico suicida a Damasco, dove una guardia del corpo, probabilmente passata dalla parte di Al-Qaeda, si è fatta esplodere, uccidendo il ministro della Difesa siriano (cristiano) ed il suo vice, e ferendo gravemente il ministro dell'Interno.

Oggi in Siria vivono circa quattro milioni di cristiani, di cui ben un milione e mezzo, rifugiati dall'Iraq, dove la persecuzione anticristiana è ferocissima. “Questi cristiani – ha commentato a tal proposito Allam - ci dicono: non sostenete gli islamici perché il momento in cui arriveranno al potere, conquisteranno il potere, la dittatura islamica sarà molto peggiore di questa dittatura laica che c’è oggi”.

Il vero problema, dunque, non sta nell'aggressività di un certo mondo islamico, quanto nella “fragilità” delle comunità cristiane, ormai percepite come “terre di occupazione”. “Non sappiamo più chi siamo - ha proseguito Allam - abbiamo perso la certezza della nostra fede, dei nostri valori, della nostra identità, delle regole fondanti della civile convivenza che si sostanziano di diritti e di doveri”.

L'europarlamentare ha poi riportato la testimonianza del cristiano copto egiziano Sherif Azer, secondo il quale dall'altra parte del Mediterraneo, ormai non è più possibile “neppure riparare un bagno all’interno di una chiesa”, mentre in Occidente le pubbliche autorità insistono nel finanziare l'edificazione di nuove moschee.

In occasione della manifestazione del 2007, Allam affermò che era nostro dovere “aiutare i cristiani perseguitati, sostenerli, far sentire la nostra voce, affinché sentissero che noi siamo al loro fianco. Oggi mi sono ricreduto – ha detto l'europarlamentare di origine egiziana-. Sono i cristiani perseguitati sull’altra sponda del Mediterraneo che ci salveranno. E dobbiamo accoglierli. Perché loro conservano forte dentro una fede solida”.

L'accoglienza dei cristiani perseguitati in Africa, in Medio Oriente e in altri luoghi ha rappresentato il momento centrale del discorso di Allam. “Oggi abbiamo un governo – ha detto - che vorrebbe in automatico concedere la cittadinanza a tutti gli stranieri nati in Italia. Vorrebbe regolarizzare seicentomila clandestini entrati illegalmente o che non hanno diritto di restare in Italia. Noi diciamo a questo governo che prima di occuparsi degli altri, si occupi dei cristiani”.

L'Occidente, dunque, sta dando una pessima immagine di sé, trasmettendo alle popolazioni a maggioranza il messaggio che “l’unica cosa che ci interessa è il denaro”, per il quale, assieme al petrolio e al gas, sono scoppiati fin troppi conflitti negli ultimi vent'anni. “Il risultato è che loro il denaro ce lo danno, ma abbiamo a tempo stesso svenduto la nostra anima”, ha commentato Allam.

Da qui la nascita del radicalismo islamico, come reazione al materialismo nichilista sfrenato d'Occidente. Antidoto ad entrambe le degenerazioni, secondo Allam, è l'avvio di un “percorso nuovo”, che riparta “dalla centralità della persona, della famiglia naturale, della comunità locale, dei valori non negoziabili, della certezza delle regole, del bene comune, dell’economia reale”.

Vanno contrastate, ha detto l'europarlamentare, la “dittatura finanziaria” e la “dittatura mediatica”, entrambe sostanziali sottoprodotti della “dittatura del relativismo”.

“Dobbiamo affrancarci da tutto ciò e lo potremo fare soltanto se partiremo dalla persona e dai valori. Questo è la lezione e l’esortazione con cui vogliamo concludere questo nostro bell’incontro”, ha quindi concluso Allam.