Il giogo di Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, giovedì, 19 luglio 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Lettura

Oggi, l’immagine del giogo evoca immediatamente schiavitù, sofferenza, morte. Nella cultura antica, essa entrava invece a far parte dell’immaginario dell’alleanza, ed aveva perciò un significato positivo: voleva dire non essere soli, non essere abbandonati, essere protetti nella propria debolezza, vedersi riconosciuti e accolti. È proprio in questo secondo senso che Gesù ne parla, invitando chi lo ascolta a trovare in lui il vero Paraclito-difensore davanti alla morte, al peccato e alla menzogna.

Meditazione

In quanto mite ed umile di cuore, fedele immagine del Dio benevolente, Gesù è in grado di venire incontro a tutti coloro che si trovano nella fatica e nell’oppressione imposte dai tanti “faraoni” che pretendono di dominare la storia umana. Costoro impongono dei “gioghi” che sono il segno della sopraffazione, del dominio, della loro volontà di disporre della vita degli altri, come se la morte che possono infliggere diventasse il segno tangibile e concreto della loro presenza e della loro potenza. Precisamente da un tale “giogo” fu liberato Israele. Come Israele fu liberato dall’Egitto, così gli affaticati e gli oppressi sono liberati dalla compassione del Figlio di Dio, al fine di diventare i “cercatori di Dio” descritti dal profeta Isaìa nella prima lettura. Chi cerca Dio, infatti, è nella vita e cerca la vita. Chi non cerca Dio, rimane nella morte e cerca la morte. Chi cerca Dio, diviene segno e strumento di giustizia e di pace; chi non cerca Dio, diviene segno e strumento del nulla che tutto distrugge ed inghiotte. Chi cerca Dio, riceve il “giogo” di Gesù, ossia il segno dell’alleanza che li lega entrambi nel comune impegno di servire coloro che il comandamento dell’amore chiede di riconoscere come fratelli e sorelle, non come nemici e nemmeno come risorse da sfruttare, consumare e buttare poi via al pari della spazzatura; chi non cerca Dio, costruisce sempre nuovi “gioghi” da imporre sulle spalle degli uomini, quale segno di un’abissale ed incolmabile separazione gli uni dagli altri, dove il dolore e la sofferenza di tanti divengono l’espressione della gloria di pochi; una gloria, però, che è vento: anche se canta il suo tragico potere, passa, senza portare alcuna salvezza e alcuna vita; e, quel che è più drammatico, una gloria di cui il Dio che si riconosce ed è presente negli emarginati e sofferenti chiederà conto, senza preferenze per nessuno.

Preghiera

Signore Gesù, tu ci doni la grazia di venire a te per trovare, nella tua mitezza ed umiltà, il “giogo” che non distrugge, ma salva e dà la vita; donaci il tuo Spirito, perché le nostre membra e le nostre menti siano strumenti di giustizia al servizio del regno di Dio, nella certezza che il Padre nulla disprezza di quanto ha creato perché egli è il vero amante dei viventi e della vita.

Agire

Oggi non voglio sfruttare nessuno, per nessun motivo. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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