di suor M. Joseph Oberto, pddm

ROMA, domenica 15 luglio 2012 (ZENIT.org).- Nella costellazione della santità della Famiglia Paolina è anche inserita la Serva di Dio Madre Scolastica Rivata. E’ nata 115 anni fa - il 12 luglio 1897 - e celebra quest’anno il 25° del suo dies natalis. Nel 1924 il beato Giacomo Alberione sceglie la giovane Orsola, che assumerà il nome di Suor Scolastica della Divina Provvidenza, per dare vita alle Pie Discepole del Divin Maestro. Una donna senza lauree e diplomi ma con la sapienza attinta quotidianamente, fin dall’adolescenza, alla fonte dell’Eucaristia. Ha accolto, fatto nascere e crescere, in mezzo a tante prove, il carisma di una nuova istituzione, in uno stile di silenzio e di nascondimento ma con il timbro di “donna di comunicazione”.

Benedetto XVI, il 27 giugno scorso, parlando di S. Paolo diceva che “l’incontro con il Risorto gli ha fatto comprendere che è Lui l’unico tesoro per il quale vale la pena spendere la propria esistenza” e questo si è verificato anche in Scolastica quando ha fatto la sua dichiarazione d’amore incondizionato: “Signore, Tu solo, e basta!” che sarà vissuta nel quotidiano, nella fedeltà per sempre, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia...”.

Madre Scolastica che cosa può dire al mondo di oggi? Si potrebbe sintetizzare il suo messaggio in “silenzio e parola”, quasi un’icona del messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali 2012. Viviamo in un mondo di tanto fracasso, di mezzi e di messaggi che si moltiplicano a dismisura portando spesso, se manca il silenzio, alla non comunicazione. E lei si presenta con i tratti di donna del silenzio, un silenzio che lascia trasparire una pienezza interiore, alimentata dall’ascolto della Parola di Dio, da un conquistato dominio di sé, che diventa “un’opera della missione” per potenziare la parola di quanti evangelizzano con i mezzi di comunicazione sociale.

Pur chiusa tra le mura della casa religiosa Madre Scolastica ha avuto sempre lo sguardo proteso al mondo intero, si è fatta vicina con amore di apostola ad ogni ansia di uomini e donne di ogni continente che, anche attraverso il giornale e poi con gli altri mass media, entravano nel suo cuore per essere presentati nell’Adorazione eucaristica al Maestro Divino. Nei suoi propositi scriveva: «Leggere giornali, ascoltare radio e televisione per conoscere le necessità delle anime e pregare per tutti i bisogni del paese, della Chiesa, delle anime della intera umanità». Guardava il telegiornale perché «lì passa il mondo per il quale dobbiamo pregare e offrire».

In un mondo in cui troppi cercano il proprio egoistico interesse, in cui sembra che lo scopo della vita sia quello di apparire, in cui imperversa la violenza, in cui scattano guerre di ogni genere, anche per futili motivi, Madre Scolastica scrive la pagina del dono della vita, del non avere nemici, perché tutti accoglie, anche chi la fa soffrire, con lo sguardo e il cuore del Maestro Divino. In ogni situazione studia strategie per portare la pace e la serenità nel suo cuore, nella comunità, in chi incontra. Nel suo linguaggio si trova il riflesso di una vita intessuta dalle parole del Divino Maestro Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13).

«Il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio» (Benedetto XVI). In un mondo consumistico-materialistico in cui “possedere un tesoro” è sinonimo di successo, denaro, potere, fama, in cui si identifica la felicità personale con l’acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali, Madre Scolastica annuncia che il vero tesoro è camminare nella volontà di Dio e avere sempre sul labbro il “grazie” per quanto il Signore ci elargisce, rispettando i suoi doni. Con gioia guida ad avere il gusto della creazione, a rispettarla, a godere anche per il progresso che elargisce tanti beni se accolto nella giusta misura. Nel mondo del tutto e subito propone di «tesoreggiare per il regno dei cieli».

«Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa... » (Benedetto XVI) e Scolastica ha saputo ascoltare tutti, fratelli e sorelle, e in particolare le giovani generazioni. Anche quando è ormai una donna con le rughe che solcano il volto, mantiene un cuore giovane, aperto alla comprensione del linguaggio dei giovani; aperta al presente del suo tempo e costruttrice di futuro. Le vicende della storia le hanno imposto in varie circostanze “il silenzio” e negli ultimi tre anni della vita è rimasta priva anche dell’uso della parola, ma non della comunicazione che continuava incisiva attraverso le espressioni del volto, in particolare del sorriso, e delle mani. «Nel silenzio – si legge nel messaggio del Papa – si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona ...».

«Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa» (Benedetto XVI), e Madre Scolastica nel silenzio ha in modo particolare comunicato la gioia. Dalla prima scelta che le ha fatto esclamare: “Signore, Tu solo, e basta”, alla consumazione della sua offerta, ha conosciuto la gioia duratura di chi si mette a servizio, in gratuità. La sua vita non si è svuotata di senso perché sempre ha attinto alla fonte della luce che viene dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia.

La Serva di Dio Madre Scolastica Rivata ha dato senso pieno alla sua vita trovando in Gesù Maestro Via e Verità e Vita «la risposta capace di dare pace all’inquietudine del cuore umano» e il suo silenzio diventa anche oggi parola densa di contenuto, comunicazione di vita.