di Eugenio Fizzotti

ROMA, sabato, 14 luglio 2012 (ZENIT.org).- Risale al 1972, quarant’anni fa, la nascita della Comunità di Caresto a Sant’Angelo in Vado, nella diocesi di Urbino, il cui obiettivo è quello di elaborare una spiritualità familiare e consentire a coppie di fidanzati, di sposi, di genitori con i loro figli di ritrovarsi insieme per armonizzare la scelta effettuata e condividere esperienze di gioia, di interessamento e di servizio reciproco.

Nella Collana della Comunità di Caresto, attivata dall’editrice Gribaudi, sono presenti ben 24 volumi che offrono la possibilità di comprendere il senso e le proposte formative di questa esperienza che, come risulta da Sentieri d’amore. L’Eremo di Caresto, 30 anni al servizio della famiglia, di Paola Tettamanzi e Luciano Moia (Gribaudi, Milano, 2002), che fornisce numerosi e qualificati dati storici, nei primi anni era «meta di persone marginali, problematiche, desiderose spesso di trovare soluzione ai propri problemi di ordine pratico più che disposte a condividere le scelte di vita comunitaria» (p. 37).

Verso la fine del 1984 aumentò il numero di famiglie che erano «spinte dal desiderio di trovare quel clima di raccoglimento e di spiritualità modellato sulle loro esigenze» (p. 48) e Don Piero Pasquini, responsabile e animatore della Comunità di Caresto, nel 1985 iniziò anche la pubblicazione di volumi dedicati alla spiritualità coniugale e alla presentazione di alcune coppie che, avendo vissuto con intensità la loro esperienza matrimoniale, erano riconosciute dalla Chiesa come modelli da apprezzare e da imitare. Difatti, mentre il libro indica Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi come coppia esemplare, che fu dichiarata beata il 21 ottobre 2001, è noto che sono aumentate le coppie riconosciute dalla Chiesa come modelli straordinari di «vivere l’amore, la fede, la preghiera» (p. 82).

Gradevole è la descrizione che nel capitolo settimo viene fatta di famiglie che decisero di trasferirsi nella sede della Comunità di Caresto, così come nel successivo capitolo viene descritto che, durante gli incontri di ogni fine-settimana, le coppie partecipanti, oltre a raccontare le loro specifiche esperienze matrimoniali come anche le prospettive educative nei confronti dei loro figli, si soffermavano sul proprio cammino di fede e concludevano «la loro riflessione con le lacrime agli occhi e il cuore gonfio di un sentimento in cui s’intrecciano amore, tenerezza, gratitudine e stupore» (p. 117).

Concreto e validissimo risultato di tale esperienza pluridecennale è l’elaborazione di schede per incontri di sposi e fidanzati, raccolte nel libro La coppia si apre, all’educazione, all’eucarestia, agli altri (Gribaudi, Milano, 2012) scritto direttamente dalla Comunità di Caresto che, «frutto di un lavoro di insieme delle famiglie collaboratrici» (p. 5), costituiscono un sussidio per i parroci e per gli operatori pastorali che sono impegnati negli incontri con le coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio e che necessitano di approfondire il senso della loro scelta e di riconoscere e verificare la loro singolare e reciproca disponibilità al dialogo, alla comunicazione, all’ascolto e soprattutto alla solidarietà.

Le tre schede della prima parte del libro sottolineano il ruolo educativo degli sposi nella prospettiva relazionale, culturale, esperienziale e religiosa. Nella seconda parte il taglio delle quattro schede è prevalentemente di natura ecclesiale perché fanno riferimento alla domenica che, considerata «il giorno in cui riscoprire la propria dignità e grandezza umana» (p. 45), comprende la partecipazione sistematica all’Eucaristia ma soprattutto è il giorno in cui «il cristiano cerca di fare della sua vita un dono, un sacrificio spirituale gradito a Dio, a imitazione di colui che nel suo sacrificio ha fatto della propria vita un dono al Padre e ai fratelli» (p. 49).

Nella terza parte le tre schede si soffermano sull’opportuno cambio che gli sposi sono invitati a fare dei propri atteggiamenti perché, «invece di pensare a chi dei due comanda, o a farsi servire o aspettarsi  chissà che cosa dall’altro» (p. 86), sono chiamati a migliorare se stessi, a vivere non a casaccio ma con forte solidarietà «nella società, nei ritmi della vita di famiglia, con i figli, nel lavoro, negli impegni ordinari» (p. 101).

E alle tematiche emergenti dallo specifico contesto relazionale sono dedicate le tre schede della quarta parte, proprio perché si riconosce che nelle coppie possono emergere dei conflitti che, invece di essere distruttivi, sono «un segnale di ricchezza, di diversificazione, un’occasione offerta per ridefinire la situazione e cercare stimoli di crescita in direzioni nuove: in cui uno (o ambedue) sente che c’è una decisione di coppia da prendere insieme o che si sta vivendo da scapoli (con decisioni personali e basta)» (p. 114).

Di notevole rilevanza significativa sono dunque questi due volumi che, suggerendo la realizzazione di corsi, di incontri e di accompagnamento spirituale, riconoscono l’importanza di una formazione altamente qualificata delle coppie, grazie anche a mediatori familiari che offrirebbero un aiuto straordinario se avessero partecipato a corsi di formazione di taglio esistenziale nell’orizzonte specifico della logoterapia e analisi esistenziale di Viktor E. Frankl.