ROMA, venerdì, 13 luglio 2012 (ZENIT.org) – «L’esodo dei cristiani non è legato a motivi religiosi ma politici. E fino a quando il conflitto arabo-israeliano non sarà risolto i fedeli continueranno a lasciare questa terra». Questa l’amara dichiarazione rilasciata da monsignor Antonio Franco ad Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Nunzio in Israele e Cipro e delegato apostolico per Gerusalemme e Territori palestinesi, monsignor Franco ha accolto due volte Benedetto XVI: nel 2009 in Terra Santa e nel 2010 a Cipro. E in vista del prossimo viaggio apostolico in Libano valuta il probabile contenuto dell’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente, che sarà firmata durante la visita. «Chi crede che il Papa elaborerà un’agenda politica per risolvere il conflitto, rimarrà inevitabilmente deluso», spiega ad alcuni membri della Fondazione pontificia ricevuti nella sua residenza a Gerusalemme Est.
Secondo monsignor Franco, il Pontefice incoraggerà semplicemente i cristiani a promuovere un’atmosfera di pace e riconciliazione, «nel cui ambito si possono trovare ovviamente anche le giuste soluzioni politiche». Nel documento – redatto sulla base delle quarantaquattro proposizioni finali dell’assemblea speciale per il Medio Oriente del 2010 – verrà inoltre posto l’accento sui principi della dottrina sociale della Chiesa, con particolare riferimento al rispetto della dignità umana.
«Ma l’esortazione principale del Santo Padre – ritiene il nunzio – riguarderà un tema ampiamente dibattuto durante il Sinodo: quello della comunione». Ratzinger inviterà ad una più stretta comunione tra i diversi riti della Chiesa cattolica e tra tutte le Chiese della regione. «E’ questa l’unica via da percorrere. Solo così la comunità cristiana potrà influenzare positivamente la situazione che vive la Terra Santa e contribuire alla soluzione dei problemi che la affliggono».