Laboratorio per la progettazione di Chiese provvisorie in Emilia

Al via, da domani, l’iniziativa del Dies Domini – Centro Studi per l’architettura sacra e la città della Fondazione Card. Giacomo Lercaro

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ROMA, mercoledì, 4 luglio 2012 (ZENIT.org) – Domani, giovedì 5 luglio, dalle ore 9.30, in via Riva Reno 57 presso la sede del Dies Domini – Centro Studi per l’architettura sacra e la città della Fondazione Card. Giacomo Lercaro, si terrà il Laboratorio per la progettazione di Chiese provvisorie.

Con quest’iniziativa il Centro Studi intende rispondere all’esigenza delle comunità ecclesiali delle aree colpite dal terremoto di trovare, in tempi brevi, una dignitosa sede temporanea, idonea alla celebrazione liturgica e alle esigenze di comunità.

Sono trentacinque i professionisti, di diverse età ed esperienze professionali, che hanno aderito all’iniziativa, molti dei quali hanno già affrontato il tema dell’edificio ecclesiale oppure hanno partecipato a corsi e convegni. Coniugare gli aspetti liturgici con l’economicità di costi e la qualità del disegno architettonico è l’obiettivo prefisso, volendo giungere a fine luglio alla proposta di una serie di progetti ‘pronti all’uso’, inaugurando anche un modus operandi in fatto di soluzioni di chiese provvisorie e sottraendo all’empiricità rinnovata ad ogni sisma la riflessione su tali strutture.

Il Laboratorio verrà aperto con una relazione dell’arch. Claudia Manenti, responsabile del Centro Studi, che illustrerà, oltre alle finalità e alle modalità di lavoro dei gruppi di progettazione, anche le  chiese provvisorie costruite a L’Aquila, operando, quindi, un confronto reale con quanto altrove già sperimentato.

I responsabili degli uffici dei Beni Ecclesiali delle diocesi interessate dal recente sisma sono stati coinvolti e dalle necessità da loro evidenziate sono state desunte le linee operative alle quali i progettisti dovranno conformare il loro operato.

L’iniziativa è nata dalla considerazione che la ricostruzione di nuove chiese o il ripristino di quelle danneggiate avverrà in tempi non brevi e che si sta manifestando l’esigenza di trovare soluzioni temporanee; tuttavia, in questi casi, la velocità con è necessario prendere decisioni, vista la giusta esigenza di economicità iniziale, può condurre a soluzioni poco consone a integrarsi con il luogo, a raccogliere la comunità in preghiera, ma anche a rispondere alla volontà di bassa spesa dei parroci.

Container, chiese-tenda e casette prefabbricate sono, di solito, le soluzioni più veloci e apparentemente più economiche, ma, considerate le esperienze dei luoghi nel passato colpiti da eventi sismici come il Friuli o L’Aquila, si comprende come la provvisorietà possa anche durare decenni e le strutture di emergenza, se non adatte all’uso, possono provocare sensibili disagi alla vita di comunità, alla pratica liturgica e anche alle casse delle parrocchie interessate.

In quest’ottica diviene, quindi, importante avere, in tempi rapidi, soluzioni temporanee soddisfacenti sotto il profilo dei costi, della forma architettonica e della funzionalità liturgica e comunitaria.

Tenuto conto anche dell’esperienza delle chiese provvisorie costruite nella periferia di Bologna nel periodo dell’episcopato lercariano, il Centro Studi ha, quindi, proposto agli architetti e ingegneri che si sono interessati al tema dell’edificio liturgico, di partecipare a titolo gratuito al Laboratorio, richiedendo ai progettisti che sia un’attenzione di economicità, innovazione tecnologica, forma architettonica e aderenza all’uso comunitario e liturgico a guidare il processo progettuale.

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ZENIT Staff

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