di Gioia Lanzi
BOLOGNA, sabato, 24 dicembre 2011 (ZENIT.org).- Il presepio bolognese ha una tradizione lunga e felicissima: con Genova e Napoli, Bologna fu infatti qualificatissimo centro di produzione presepiale, in cui anche grandi artisti si cimentarono con la produzione di statuine.
Ma come nasce il presepio? Che cosa hanno in comune le grandi opere come l’Adorazione dei Magi di Benozzi Gozzoli e il presepio propriamente detto? Si tratti in tutti i casi di rappresentazioni della nascita di Gesù, e delle persone che gli furono intorno e per prime l’accolsero –o lo rifiutarono.
Il presepio presenta però la caratteristica di essere costituito da piccole statue, le “figurine”, che rendono la scena presepiale assai simile alla scena teatrale: e questo è conseguenza del fatto che il presepio domestico nasce proprio dalle sacre rappresentazioni che si erano sviluppate dalla liturgia nei secoli X-XI. I testi degli uffici liturgici erano stati via via ampliati con l’interpolazione di passi che avevano reso l’evento assai simile a una scena teatrale, in cui si vivevano l’annuncio ai pastori, la visita dei Magi, l’apparizione della stella, eccetera.
La cosa era divenuta sempre più ricca e complessa, con i pastori erano entrati in chiesa gli animali, il tutto aveva infine assunto un tono troppo teatrale e poco liturgico, e venne l’ordine di non fare più queste rappresentazioni dentro le chiese. Su questo si inserì il desiderio di Francesco che, tornato dalla Terra Santa, ardendo dal desiderio di vedere con i propri occhi la nascita del Salvatore, chiese ed ottenne il permesso di fare qualche cosa di simile ad una sacra rappresentazione nella notte di Natale del 1223.
Come è noto, la messa di Natale in cui Francesco predicò fu allietata da un prodigio: sulla mangiatoia comparve Gesù bambino, dormiente ed esanime, e Francesco lo prese in braccio e lo svegliò con i suoi baci: come ancor oggi vediamo affrescato sulla roccia della grotta di Greccio.
Da allora in poi, le sacre rappresentazioni furono fatte proprie dai francescani (Francesco morì nel 1226). Si diffuse ampiamente: molto spesso, una statua teneva il posto di Maria: figura silenziosa, e della quale nessuno si sentiva degno.
Col tempo, altre statue si aggiunsero, e presto si giunse alla sacra rappresentazione tutta di statue che è il nostro presepio: non era certo in ogni casa. Lo si visitava nelle chiese dette “ad praesepe”, col presepio. La nostra Abbazia di Santo Stefano era appunto una di queste, e ancor oggi vi ammiriamo il grande presepio ligneo dipinto da Simone dei Crocifissi.
Il grande gruppo presepiale dell’Abbazia di Santo Stefano è costituito oggi da cinque statue lignee e presenta la sola Adorazione dei Magi: le statue sono databili alla seconda metà del secolo XIII, e furono dipinte nel 1370 da Simone dei Crocifissi(1355-1399)1. L’opera è avvalorata da tutto il prezioso contesto dell’Abbazia, sintesi della vita di Cristo, e oggi mette in risalto soprattutto i Magi (e non è dato sapere quanti e quali fossero le altre figure, né come fossero disposte), così che, Bologna potrebbe anche essere detta una città dei Magi.
I Magi sono figure sapienziali, primizia delle genti, e per questo annuncio dell’universalità della salvezza cui tutti gli uomini sono destinati. Portano tre doni profetici: l’oro per indicare la regalità di Cristo, l’incenso per indicarne la divinità, e la mirra, unguento per l’unzione dei corpi dei morti, per ricordare che Gesù sarebbe morto per la salvezza del mondo, ma il suo corpo non avrebbe conosciuto la corruzione del sepolcro. Con le diverse razze evidenziate dal colore della pelle, rappresentano inoltre l’Europa (carnagione bianca) l’Asia (carnagione olivastra) e l’Africa (carnagione nera). Di solito l’europeo, Melchiorre (il nome vuol dire: il signore della luce) è inginocchiato o prostrato e porta l’oro; l’orientale si chiama Gaspare (il signore della forza-splendore) e l’africano Baldassarre (il prediletto del Signore) portano a turno incenso e mirra (le due piante crescono sia in Africa che in Asia).
Ricordano inoltre le tre età della vita, e le tre grandi categorie delle società antiche (sacerdoti, guerrieri, produttori).
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Percorsi guidati
Nel periodo natalizio sono organizzate delle passeggiate sui percorsi presepiali.
Le passeggiate, gratuite e della durata media di due ore, sono guidate dai ricercatori del Centro Studi per la Cultura Popolare, e, nel loro complesso, pur essendo diverse ogni volta, per motivi di tempo non esauriscono i siti indicati nella mappa.
I punti di ritrovo sono ogni volta due, e la partenza è sempre puntualmente alle ore 15,30; i siti visitati saranno comunque gli stessi.
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Date e punti di ritrovo
Lunedì 26 dicembre 2011: Cortile d’onore del Palazzo Comunale e sagrato della Chiesa di San Domenico, piazza San Domenico 13.
Domenica 1 gennaio 2012: Ingresso Corte Isolani, Strada Maggiore 19 e sagrato della chiesa di San Giovanni in Monte, Piazza di San Giovanni in Monte 1 /2.
Domenica 8 gennaio 2012: sagrato della chiesa di San Giacomo Maggiore, piazza Rossini, e sagrato della Cattedrale di San Pietro, via dell’Indipendenza 9.
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Info: Centro Studi per la Cultura Popolare
335-6771199
Le passeggiate sono offerte dal Comune. Si raccomanda la puntualità alla partenza!
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Per saperne di più: Sul tema delle figure del presepe, del loro significato e sulla tradizione relativa si consigliano diversi scritti: il primo, Presepi a Bologna, del 1980 era un quaderno di BO 7, e gli ultimi: Fernando e Gioia Lanzi ( a cura di ) “Il presepio, tradizione storia immagini”, Itaca Libri, 1995, e Fernando e Gioia Lanzi “Il presepe e i suoi personaggi” Jaca Book 2000, che ha avuto edizioni anche in Francia e Germania.
1 Oggi oggetto di un nuovo restauro: la loro collocazione era nella chiesa della Trinità. Si tratta quindi di uno dei gruppi più antichi in Italia, e quindi nel mondo. Il gruppo che fu posto nella grotta