di Maurizio Tripi
ROMA, sabato, 10 dicembre 2011 (ZENIT.org).- In occasione dei 150 anni della nostra storia, giunge in libreria il volume “I giorni della gloria e della sofferenza. Cattolici e Risorgimento italiano”, Elledici, Leumann (Torino) 2011
Il libro, scritto dal Prof. Pierluigi Guiducci, docente presso la Pontificia Università Lateranense nell’Istituto “Ecclesia Mater” (centro diocesano Di Teologia per i laici) e presso la Pontificia Università Salesiana, racconta del contributo determinante dei cattolici nel processo di unificazione della nazione italiana.
Per saperne di più ZENIT lo ha intervistato.
Qual è stato il motivo che l’ha portato a scrivere questo libro?
Prof. Guiducci: Credo che sia stato fondamentale fare chiarezza e stabilire una volta per sempre il contributo che i cattolici hanno dato per l’Unità d’Italia. In particolare nel libro ho cercato di superare la dura contrapposizione tra “liberali” e ”cattolici”, e ho disegnato una dinamica ove la presenza dei cattolici nel Risorgimento italiano è riscontrabile ovunque. Anche i cattolici hanno quindi dimostrato – in molteplici circostanze – di essere dei patrioti, dei liberali, di soffrire il travaglio di ore segnate da incertezze, precarietà, rapida mutabilità degli eventi, repressioni, offrendo dei significativi apporti: dall’area culturale a quella politica e giuridica, dall’ambito sociale a quello collegato all’assistenza.
Come ha sviluppato questo percorso dimostrativo a sostegno delle Sue tesi?
Prof. Guiducci: Nel mio volume ho cercato di indicare una molteplicità di riferimenti che colpiscono per il numero, per la qualità dell’apporto descritto e per l’individuazione di fonti non citate in altre opere edite. In particolare, dopo aver ricordato i provvedimenti sabaudi che costituiranno motivo di grave attrito tra il Regno di Sardegna (poi d’Italia) e la Santa Sede, e dopo aver rivolto un’attenzione non fugace al ruolo svolto dalle logge massoniche, ho cercato di dimostrare – prima di tutto – come ogni corrente ideologica del tempo includeva dei sostenitori anche cattolici.
<p>Dove, in particolare si è espresso maggiormente questo sostegno cattolico al processo di unificazione dell’Italia?
Prof. Guiducci: Ciò lo si individua nelle posizioni repubblicano-federaliste (ove la tesi politica era soprattutto collegata a un desiderio di maggiore partecipazione democratica, idea sostenuta da molti cattolici), in quelle moderate e neo-guelfe (apertamente vicine alla Santa Sede), e in quelle monarchiche filo-sabaude (al cui interno diversi cattolici cercheranno – nei modi più diversi – di contrastare orientamenti anti-clericali e anti-papali influenti su decisioni politiche).
Ci sono stati anche altri tipi di contributi da parte dei cattolici e in quali ambiti?
Prof. Guiducci: Ho messo in evidenza nel mio volume il contributo nell’ambito politico e giuridico dei cattolici. Al riguardo, un esempio notevole è collegato alla redazione dello Statuto Albertino, un documento normativo che – con modifiche e integrazioni – resterà di fatto in vigore fino all’entrata in vigore dell’attuale Costituzione della Repubblica Italiana (1948). Ampio spazio ho poi dedicato all’apporto dei cattolici in ambito culturale e in area sociale a livello delle idee (molto interessante il riferimento ai pedagogisti), della conoscenza scientifica (rilevante il contributo offerto dai congressi degli scienziati), delle strutture di assistenza (asili d’infanzia, scuole gratuite, laboratori protetti, case aperte a soggetti con vicende personali difficili e con posizioni sociali deboli, ospedali, oratori, centri per disabili), di fondazione di nuove Congregazioni religiose dedite a progetti di promozione umana, di solidarietà legata alla nascita di Casse Rurali, Casse di risparmio (con fini statutari includenti anche la beneficenza), Società Operaie di mutuo soccorso senza dimenticare la realizzazione a Torino di un primo programma di riforma carceraria (grazie a una donna cattolica, la marchesa di Barolo).
Tra i tanti esempi di abnegazione e di sacrificio, dimostrati dai cattolici, quali ritiene siano i più emblematici e che hanno lasciato un segno nella nostra storia?
Prof. Guiducci: Ho messo in evidenza nel mio volume, utilizzando fonti ancora inedite, il servizio di assistenza svolto dai religiosi sui campi di battaglia e nelle retrovie. Nel solo biennio 1848-1849 moriranno nell’adempimento del proprio dovere circa settanta Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Altre donne consacrate che si sacrificheranno in silenzio saranno le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. L’azione di queste religiose anticipa quegli orientamenti di assistenza infermieristica che saranno poi divulgati dall’inglese Florence Nightingale. Accanto a queste suore si affiancheranno i membri di altri Istituti religiosi maschili e femminili, i cappellani militari, i sacerdoti in cura d’anime che metteranno a disposizione chiese e seminari per curare i feriti, per confortare i moribondi e per dare onorevole sepoltura ai caduti evitando lo scempio dei cadaveri.
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