YANGON, venerdì, 9 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Gli auguri più affettuosi e la benedizione di Benedetto XVI sono giunti, oggi, alla piccola comunità cattolica del Myanmar che celebra il centenario della cattedrale di Santa Maria a Yangon, il più importante luogo di culto cristiano del Myanmar.
La Santa Messa celebrata ieri nella cattedrale, è stata presieduta dal cardinale Renato Raffaele Martino che, in veste di rappresentante del Pontefice, ha letto il saluto del Santo Padre in cui Benedetto XVI sottolineava, in modo particolare, l’importanza di “testimoniare oggi, in modo rinnovato, l’amore per il Vangelo e la Chiesa di Cristo”.
Sull’altare, insieme al porporato, anche l’arcivescovo locale, monsignor Charles Bo, altri vescovi birmani, presuli dall’estero, e almeno un centinaio di sacerdoti.
Presenti alla Celebrazione anche diverse personalità di governo, fra cui esponenti del Ministero degli Affari religiosi e soprattutto il Premio Nobel per la pace, leader dell’opposizione democratica, Aung San Suu Kyi, il quale, a margine della cerimonia, ha incontrato il cardinale Martino e monsignor Bo.
Secondo quanto riferito dall’agenzia AsiaNews, inoltre, la Messa è stata un’occasione per rilanciare i principi universali della libertà religiosa e l’importanza dell’educazione quale fattore primario dello sviluppo dell’uomo.
Tre le curiosità: l’uso, per tutta la funzione religiosa, dei diversi dialetti del variegato panorama etnico e linguistico del Myanmar. Per facilitare, poi, la comprensione alle migliaia di fedeli partecipi dell’evento, l’omelia è stata letta sia in inglese che in birmano.
La cattedrale di Yangon, negli ultimi tre anni, è stata sottoposta a una profonda opera di restauro che è riuscita a cancellare le tracce dei danni causati dal terremoto del 1930, dalle bombe della Seconda guerra mondiale e dal passaggio del ciclone Nargis nel 2008, restituendola così all’antico splendore.
L’intervento ha comportato anche la sostituzione di 88 vetrate, opera di artisti thai, che recano impresse, fra le altre, le immagini dei 12 apostoli e della vita di Cristo e il posizionamento di una luce dietro la statua dell’Immacolata per renderla visibile anche di notte.