L’AVANA, venerdì, 9 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Pellegrino della carità: questo il motto dei vescovi cubani, nella lettera pastorale, pubblicata ieri, per la prossima visita di Benedetto XVI a Cuba, in occasione della fase conclusiva del Pellegrinaggio nazionale nell’anno dedicato alla Madonna della “Caridad del Cobre”.
I presuli, nella lettera, hanno lanciato un appello a tutti i cubani a vivere con gioia le celebrazioni giubilari per i 400 anni della scoperta della Madonna della Carità del Rame, che si svolgeranno dal 7 gennaio 2012 al 5 gennaio 2013.
Esattamente nel 1612, infatti, l’immagine della Vergine col Bambino in braccio venne ritrovata da poveri pescatori, mentre erano sulla loro canoa, nella baia orientale di Nipe. L’immagine galleggiava sull’acqua su una tavola di legno nella quale si poteva leggere un’iscrizione “Io sono la Vergine della Carità”.
Da allora la Vergine della Carità è stata per il popolo cubano un messaggio divino, scritto “non con l’inchiostro, ma con lo Spirito di Dio”. Un messaggio di amore che tutti possono leggere e capire.
Il messaggio ricorda l’esperienza del pellegrinaggio mariano effettuato e la fede del popolo cubano, che si esprime con manifestazioni chiare del sentimento religioso di tutti, piccoli e anziani. “La Madonna della Carità è un’espressione dell’anima cubana – si legge nella lettera – come dimostra anche la lunga storia di quattro secoli scritta nell’anima della nazione”.
Il testo continua: “Oggi il passaggio della Madonna di ‘Mambisa’, come la chiamavano i nostri padri, si vive come una ‘nuova primavera della fede’, dall’inizio del pellegrinaggio (8 agosto 2010) per tutto il territorio nazionale”.
“La Madonna ci parla”, hanno dichiarato i Vescovi, aggiungendo che il popolo cubano ha grande bisogno di questa gioia della fede affinché quanti sono rimasti fedeli possano accrescere il loro impegno e quanti invece si sono allontanati possano tornare a Dio, in modo da sperimentare tutti insieme il grande amore di Dio e costruire l’unità nella verità e nell’amore reciproco “superando e integrando le differenze e le distanze con rispetto”.
I vescovi hanno parlato, inoltre, di riconciliazione tra i cubani, quale frutto principale dell’Anno giubilare e risultato del cambiamento di mentalità e di atteggiamento verso il prossimo.
“Dove c’è Dio c’è futuro e dove c’è Dio c’è gioia” – sottolineano, ribadendo che la nazione cubana ha grande bisogno dell’amore cristiano perché – “come dice San Paolo, la carità è paziente, è benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità” (1Cor 13,4-6).
Nella conclusione i presuli auspicano che “questo spirito giubilare sia vissuto intensamente da tutti i cubani” superando l’indifferenza verso chi soffre, lasciandosi “alle spalle divisioni, rancori e inimicizie” perché Cuba ha bisogno della speranza in “un futuro migliore di giustizia e di pace, di riconciliazione e di unità tra tutti”.
(Fonti: Radio Vaticana; Fides)