"Siamo gli amministratori del creato, non i proprietari"

Il cardinale Maradiaga intervistato al suo ritorno dal summit sul clima di Durban

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di H. Sergio Mora

ROMA, mercoledì, 7 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Il protocollo di Kyoto non basta e il summit non è soltanto una circostanza politica. Il problema del riscaldamento globale è vero ma va al di là di questo, perché si fa un uso distorto della creazione. La speranza che l’opinione pubblica inizi a capirlo, e bisogna lavorare molto per creare consapevolezza, soprattutto tra i giovani. 

Lo ha dichiarato in un’intervista a Zenit, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, al ritorno della sua partecipazione al vertice di Durban.

La XVII Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, iniziata il 28 novembre nella città sudafricana di Durban, si concluderà questo venerdì e dovrà decidere sul futuro del protocollo di Kyoto, vale a dire come abbassare le emissioni di gas serra da qui fino al 2020.

I rappresentanti di circa 190 Paesi sono seduti ai tavoli dei negoziati della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e in concreto dovranno decidere se potenziare il Protocollo di Kyoto, le cui misure anti-gas serra dovrebbero scadere il prossimo anno e come potrebbero essere prolungate fino al 2020, con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale.

Il Vaticano è rappresentato al vertice di Durban dal nunzio apostolico in Kenya, mentre il cardinale Rodríguez Maradiaga era presente nel ruolo di presidente della Caritas International.
Il cardinale ha affermato che “non si tratta soltanto di un fenomeno di riscaldamento globale, ma di un uso distorto della creazione” perché, ha detto, “ci manca ancora la prospettiva di essere amministratori del creato e non di esserne i proprietari”.

Il vertice quindi non è quindi soltanto “una circostanza politica” anche se purtroppo i summit “tendono a ridurre i problemi a questo” ha ricordato. Invece “parliamo di un qualcosa dell’umanità, di un bene comune a tutti”.

Per il presidente della Caritas International, intanto, qualcosa sta cambiando nell’opinione pubblica riguardo al bisogno di difendere il creato al punto che “su questo, credo che ogni giorno ci sia più consapevolezza”.

Il numero uno della Caritas ha ricordato di aver partecipato all’inizio del vertice a Durban in una conferenza di un premio Nobel, nel quale esponeva le evidenze scientifiche sul cambiamento climatico. Maradiaga e si è mostrato convinto della veracità del problema e ha considerato “che non si tratta di manipolazioni della comunicazione sociale”.

“Questa settimana sarà decisiva e attendiamo che le grandi potenze possano fare un passo avanti”, ha proseguito il porporato, anche se “non è abbastanza affermare manterremo in futuro il protocollo di Kyoto: bisogna fare de passi avanti. Certo sarebbe una tragedia se il protocollo di Kyoto morisse a Durban, ma ci vuole di più. Il protocollo in questione è molto ridotto rispetto a quello che c’è da fare, quindi è importante che l’opinione pubblica se ne accorga che bisogna costruire un futuro migliore per l’umanità”.

Sua Eminenza ha ricordato che in questo senso la Caritas International ha iniziato un lavoro per educare, in particolare i più giovani, alla difesa del creato. E ha citato per esempio l’incontro della scorsa settimana di Benedetto XVI con settemila giovani e il discorso “molto forte e buono per sollevare il problema”.

Infatti, papa Benedetto XVI nell’Aula Paolo VI si è rivolto ai giovani partecipanti al progetto “Ambientiamoci a scuola”, promosso dalla Fondazione “Sorella Natura”, in occasione della “Giornata per la custodia del creato”, che si è tenuta il 29 novembre.

E ha affermato che “non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato” e se, in tale ambito si dimentica “il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni sua condizione”.

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ZENIT Staff

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