CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 6 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Presso la sede del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (PCDI) si è svolto oggi un incontro tra una delegazione del dicastero vaticano e una delegazione di rappresentanti del giainismo.
A ricevere la delegazione giainista, guidata da Nemu Chandaria, vice-presidente del Consiglio Direttivo dell’Istituto Giainista, è stato il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del PCDI, che lo scorso mese ha partecipato a Nuova Delhi, in India, ad un seminario organizzato dal suo dicastero in collaborazione con la Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India (CBCI) e ha dedicato proprio ai rapporti tra cristianesimo e giainismo, una religione basata sugli insegnamenti di un asceta del VI secolo, Mahavira.
Come ricorda un comunicato stampa diffuso oggi, si tratta del secondo incontro del genere dopo quello del 14 febbraio 1995. Inoltre, prosegue il comunicato, hanno avuto luogo dei contatti tra la comunità giainista e il dicastero dal 1986. Rappresentanti della religione hanno partecipato alle “Giornate di Assisi” del 1986, del 2002 e del 2011.
Durante l’incontro di questa mattina che, secondo la nota, si è svolto “in un clima di reciproco rispetto e amicizia”, le due delegazioni hanno espresso soddisfazione per i rapporti cordiali che esistono tra le due comunità nei Paesi dove entrambe convivono fianco a fianco.
“Le delegazioni hanno auspicato l’ampliamento della collaborazione reciproca, ed hanno concordato sulla necessità di rafforzare, a livello locale, tale collaborazione, per meglio contribuire al bene comune di tutta la società”, ribadisce il comunicato.
“In particolare hanno posto l’accento sull’importanza dell’educazione delle giovani generazioni perché siano consapevoli delle proprie tradizioni, e per meglio conoscere e rispettare quelle altrui”.
Con lo scopo di individuare delle convergenze concrete come base della mutua collaborazione, prosegue il comunicato, sono stati discussi il principio della non-violenza o ahimsa (la base del giainismo) e quello della carità cristiana. Nonostante le divergenze, sono stati trovati degli elementi in comune che possano “motivare e sostenere” la cooperazione tra le due comunità.
A livello pratico, questi elementi “richiedono che i fedeli di ambedue le tradizioni promuovano il rispetto reciproco, la verità, l’onestà, la libertà, la pace, l’armonia sociale e si impegnino ad eliminare ogni forma di violenza contro gli esseri umani, in particolare l’ingiustizia, la povertà e lo sfruttamento delle risorse naturali”, conclude il comunicato.