Padre Lombardi: la vita contemplativa ci accompagna e ci conforta

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 16 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Non c’è antitesi tra la vita contemplativa e l’annuncio della Parola, ha ricordato padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

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Nell’editoriale dell’ultimo numero di “Octava Dies”, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, il portavoce vaticano richiama la visita che Papa Benedetto XVI ha compiuto domenica 9 ottobre alla Certosa di Serra San Bruno, in Calabria.

“Non c’è antitesi fra il silenzio e la parola, fra la preghiera e l’annuncio”, ha affermato, “perché il silenzio è la premessa essenziale per accogliere e preparare l’ascolto della Parola”, e “perché il suono della parola diventa significativo proprio per la sua modulazione intervallata dai silenzi”.

“Per la persona odierna, immersa nel flusso di un rumore continuo – fisico o mentale -, la vita dei monaci suscita ammirazione e timore reverenziale, nostalgia di ritmi ed equilibri di vita perduti nel passato”, ha riconosciuto il sacerdote gesuita.

“Quasi tutti sentono il fascino e comprendono – almeno confusamente – l’importanza essenziale di un luogo dove il silenzio non equivale al vuoto del nulla, ma al respiro dello spirito, dove diventa possibile avvertire il ruotare sommesso delle sfere celesti, e alla fine l’alitare del ‘vento leggero’, della presenza di Dio, ‘la Realtà più reale che ci sia – come diceva il Papa – e che sta oltre la dimensione sensibile’”.

Allo stesso modo, ha ricordato il tema della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà il 20 maggio 2012: “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”.

“Mentre ci interroghiamo su come dare ali alla ‘nuova evangelizzazione’ e ai suoi messaggi, non dimentichiamo che la loro efficacia nasce dall’ascolto, le cui premesse sono appunto nel silenzio, pieno della realtà della vita di Dio”, ha sottolineato padre Lombardi.

“L’esistenza nascosta dei monaci, che – come diceva ancora il Priore – in Dio si sentono vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente a quelli che cercano, lottano e soffrono, ci accompagna e ci conforta”.

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ZENIT Staff

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