CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 11 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha espresso questo lunedì in alcune dichiarazioni alla “Radio Vaticana” il proprio dolore per il massacro di domenica contro cristiani copto-ortodossi ad Assuan (Egitto).
Il Cardinale ha affermato che lui e i suoi collaboratori si sono riuniti per pregare per le vittime, e più in generale per la situazione di mancanza di libertà religiosa che vivono i cristiani nel Paese, “perché questi nostri fratelli copto-ortodossi che hanno sofferto l’incendio di una loro chiesa e che hanno voluto manifestare, come tutti i cittadini, il loro desiderio di libertà religiosa, di rispetto dei loro diritti, hanno trovato invece da dover offrire in questa manifestazione il calice amaro della morte, del sacrificio”.
Il porporato ha anche voluto esprimere la vicinanza dei cattolici: “Per tutti noi è desolante e triste e angoscioso questo fatto e ci uniamo alla Chiesa copto-ortodossa, a tutti i nostri fratelli, alle loro famiglie, alle vittime di questa violenza senza senso”.
Allo stesso modo, ha voluto ricordare la comunità copto-cattolica dell’Egitto, auspicando che “l’ombra” che questa violenza contro i copto-ortodossi “getta sulla vita del Paese, sulle minoranze religiose”, “non porti anche un clima di precarietà, di difficoltà per tutta la nostra comunità copto-cattolica, piccola ma veramente impegnata per la pace e per l’intesa tra tutte le correnti che compongono la società egiziana”.
Il porporato ha infine espresso la speranza che la “primavera araba” “sia veramente un anticipo di una pace ricercata da tutti, per la democrazia, per il dialogo, per l’intesa, per il rispetto della dignità della persona umana, specialmente per il rispetto della libertà religiosa, per il rispetto delle minoranze”.
In questo senso, ha rivolto un appello alla Chiesa cattolica e alle altre Chiese cristiane, nonché alle autorità occidentali, “perché sostengano gli sforzi che vanno nella direzione della costruzione di un Paese nel quale si rispettino i diritti umani”.