Petizione contro la “drammatica realtà” dell'aborto in Portogallo

Più di 5.000 persone hanno firmato una richiesta per cambiare la legislazione

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ROMA, martedì, 15 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La Federazione Portoghese per la Vita (FPV) ha raccolto, attraverso una petizione pubblica, più di 5.400 firme per cambiare la regolamentazione della legge sull’aborto, in vigore da quattro anni nel Paese.

Secondo quanto ha reso noto l’agenzia Ecclesia, i firmatari del documento ritengono necessario “rivedere la regolamentazione della pratica dell’aborto per sapere se il consenso è stato realmente informato e garantire piani di sostegno alternativi all’aborto”.

La petizione “Vediamo, ascoltiamo e leggiamo – non possiamo ignorare” è stata consegnata mercoledì scorso al presidente dell’Assemblea della Repubblica, Jaime Gama.

“Dopo quattro anni, assistiamo a una realtà drammatica che lascia le donne e gli uomini sempre più soli e abbandonati alla propria sorte”, si legge nel documento.

Il testo afferma che “tutti i professionisti del settore sanitario (indipendentemente dall’obiezione di coscienza) devono poter “intervenire nel processo di assistenza alle donne in gravidanza”.

La FPV chiede all’Assemblea della Repubblica di “riconoscere il flagello dell’aborto che, da nord a sud, devasta il Paese da quattro anni, distruggendo bambini, donne, famiglie, l’economia, provocando disoccupazione e depressione”.

Nel documento si chiedono “misure legislative” per “difendere la vita umana fin dal concepimento, la maternità e i più bisognosi nella vera solidarietà sociale”.

In un comunicato inviato all’agenzia di notizie della Chiesa in Portogallo, la presidentessa della FPV, Isilda Pegado, afferma che gli ultimi quattro anni hanno “confermato una decisione errata le cui cause, un giorno, si dovranno appurare”, alludendo al referendum che ha aperto la via alla depenalizzazione dell’aborto nel Paese, realizzato l’11 febbraio 2007.

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ZENIT Staff

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