ROMA, mercoledì, 29 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Intensificare la nostra amicizia con il Signore, soprattutto attraverso la preghiera quotidiana e la partecipazione attenta, fedele e attiva alla santa messa”. E’ l’invito che Benedetto XVI ha rinnovato questo mercoledì mattina all’Udienza generale in piazza San Pietro, riflettendo sulla vita di santa Matilde di Hackeborn, mistica e monaca vissuta nel XIII secolo nel convento di Helfta.
Donna di “elevate qualità naturali e spirituali”, ha detto il Papa davanti ai circa 30 mila fedeli presenti, Matilde viene ricordata come “l’usignolo di Dio” per i tratti di “meravigliosa soavità” che la sua voce assumeva quando predicava la parola di Dio o dirigeva i canti del coro del monastero.
“Illuminata dal dono divino della contemplazione mistica, Matilde compone numerose preghiere. È maestra di fedele dottrina e di grande umiltà, consigliera, consolatrice, guida nel discernimento” per le sue consorelle.
“Molte persone – ha aggiunto –, non solo nel Monastero, ma anche estranei, religiosi e secolari, venuti da lontano, attestavano che questa santa vergine li aveva liberati dalle loro pene e che non avevano mai provato tanta consolazione come presso di lei”.
“La preghiera e la contemplazione sono l’humus vitale della sua esistenza – ha continuato –: le rivelazioni, i suoi insegnamenti, il suo servizio al prossimo, il suo cammino nella fede e nell’amore hanno qui la loro radice e il loro contesto”.
Afflitta negli ultimi anni della sua vita da numerose sofferenze fisiche, Matilde attraversa in quel periodo una “grave crisi spirituale”, ma non viene abbandonata dalle sue visioni.
“Lasciandosi guidare dalla Sacra Scrittura e nutrire dal Pane eucaristico, Ella ha percorso un cammino di intima unione con il Signore, sempre nella piena fedeltà alla Chiesa”, ha sottolineato il Santo Padre.
“E’ questo anche per noi un forte invito ad intensificare la nostra amicizia con il Signore, soprattutto attraverso la preghiera quotidiana e la partecipazione attenta, fedele e attiva alla Santa Messa”.
“La Liturgia è una grande scuola di spiritualità”, ha concluso.