MADRID, martedì, 28 settembre 2010 (ZENIT.org).- Monsignor César Franco, oltre ad essere uno dei tre Vescovi ausiliari di Madrid, ha il compito di essere il coordinatore generale della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG).
A meno di un anno dalla celebrazione di questo avvenimento, il presule sottolinea in questa intervista quali saranno le caratteristiche della GMG che si celebrerà nella capitale spagnola nell’agosto 2011.
Monsignore, perché un giovane dovrebbe assistere alla GMG?
Monsignor César Franco: Ci sono molte ragioni per assistere. Io direi a un giovane che con la sua presenza la Chiesa è più giovane e lui è più Chiesa. Lo incoraggerei a vivere in pienezza il fatto di essere cattolico, universale.
Se è credente, lo inviterei a condividere la sua fede e la sua vita con gli altri; se è mezzo credente, per uscire rafforzato da questa esperienza; se crede poco, perché sono sicuro che Cristo passerà vicino a lui, lo guarderà, lo amerà e aumenterà la sua fede. E se non crede, perché apra la porta a Cristo, che non smette mai di cercarci.
Perché una riunione di giovani?
Monsignor César Franco: I giovani sono molto importanti per la Chiesa. Sono il futuro in tutti gli ordini della vita. Sono anche il futuro della Chiesa. La Chiesa crede nelle possibilità dei giovani, nella loro capacità di donarsi e di amare Cristo quando lo trovano. Queste Giornate sono, inoltre, un’occasione perché i giovani del mondo si incontrino, preghino, condividano la propria fede e la celebrino con gioia. Le Giornate sono una manifestazione della gioventù della Chiesa, una festa della fede intorno a Cristo risorto.
Che impatto pensa che avrà sulla Chiesa in Spagna?
Monsignor César Franco: Non sono un profeta e non posso predire l’impatto che avrà sulla Chiesa spagnola, ma penso che la nostra Chiesa uscirà rafforzata e animata dalla testimonianza dei giovani, che nonostante le difficoltà ambientali seguono Cristo, si fidano di lui e cercano di essergli fedeli. In tutti i luoghi in cui è stata celebrata la Giornata Mondiale della Gioventù, la Chiesa ha recuperato la fiducia in se stessa, sono rinate le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata ed è sfumato il mito per cui i giovani non vogliono sapere niente di Cristo e della sua Chiesa.
Che cosa apporta ogni Paese alla GMG? Che cosa apporterà la Spagna?
Monsignor César Franco: Ogni Paese apporta la propria ricchezza, la sua storia, la sua tradizione. La fede è una, indubbiamente, ma ogni popolo apporta alla fede i propri accenti, il proprio modo di vivere.
In Spagna, ad esempio, la Settimana Santa si vive non solo nella liturgia delle Cattedrali, delle parrocchie e delle chiese. Si vive anche in strada, con le processioni. Abbiamo un preziooso patrimonio artistico, i cosiddetti pasos, che vogliamo mostrare nella grande Via Crucis del venerdì che sarà presieduta dal Papa.
La Spagna è anche un Paese con una ricca tradizione eucaristica e mariana. Nella Veglia dei giovani sarà mostrata l’Eucaristia nell’ostensorio di Arfe, messa generosamente a nostra disposizione dalla Diocesi di Toledo.
Sono esempi per mostrare che la Spagna apporterà il proprio essere, quello di una Nazione di ricca e feconda tradizione cattolica fin dalle origini del cristianesimo. Basta guardare ai santi patroni della GMG per rendersi conto di quanto ha apportato e può apportare la Spagna.
La GMG presuppone un grande sforzo preparatorio, a livello sia economico che di risorse umane. Non sarebbe meglio impiegare questi sforzi in altri compiti come la costruzione di templi o il sostegno all’opera vocazionale o di evangelizzazione della Chiesa?
Monsignor César Franco: Nella Chiesa bisogna fare di tutto. A Madrid, concretamente, non si è smesso di costruire templi in questi ultimi anni, e continueremo a farlo ogni volta che sarà necessario.
Lavoriamo anche nella pastorale vocazionale, nella missione evangelizzatrice fuori e dentro la nostra Diocesi. Promuoviamo il lavoro dei mezzi di comunicazione sociale, e il compito che svolgiamo con la Caritas diocesana è immenso. E ciò vale anche nelle altre Diocesi.
Questi incontri, però, sono necessari per la stessa missione evangelizzatrice della Chiesa, e per questo si svolgono con l’aiuto di tutti. Il nostro popolo è consapevole di questo e aiuta con grande generosità. Tutto ciò che la Chiesa fa per sviluppare la sua missione è importante.
Oltre all’impatto spirituale sui presenti, la GMG interessa anche la società in cui si celebra? Come vorrebbe che fosse questo impatto?
Monsignor César Franco: Direi che le Giornate della Gioventù lasciano nei luoghi in cui sono state celebrate “il buon profumo di Cristo”. E’ un’esperienza comune che la gente, anche chi non crede, resti colpita dall’allegria dei giovani.
I timori iniziali, quando si annuncia una grande moltitudine di giovani, scompaiono presto e lasciano il posto a una simpatia generalizzata. Naturalmente sono giovani con i loro pregi e difetti, ma vengono come pellegrini alla ricerca di ciò che dà senso alla vita dell’uomo: Dio, Cristo, la vita eterna. E questo colpisce sempre chi pensa che questa vita sia quella definitiva.
Il pellegrinaggio guarda sempre oltre, non si ferma neanche alla meta fisica. Punta alla meta eterna, che è la casa del Padre. E’ questo l’impatto che vorrei che lasciassero i giovani a Madrid, quello di una gioventù che cammina verso Dio lasciando al suo passaggio il buon profumo di Cristo.