Consiglio d'Europa: l'obiezione di coscienza è minacciata

La Fondazione Lejeune ritiene inaccettabile un progetto di risoluzione

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ROMA, martedì, 28 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Consiglio d’Europa: l’obiezione di coscienza minacciata”, titola “Gènéthique”, la rassegna stampa della Fondazione Jérôme Lejeune di Parigi (Francia).

Su richiesta dei membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), il Centro Europeo per la Legge e la Giustizia (ECLJ) ha preparato un memorandum esaminando le disposizioni principali del progetto di risoluzione intitolato “Accesso delle donne alle cure mediche legali: problema del ricorso non regolato all’obiezione di coscienza”, presentato da Christine McCafferty.

Il memorandum avvertiva i membri dell’APCE che varie raccomandazioni di questa risoluzione violano seriamente la libertà di coscienza dei medici, per com’è garantita dalla legge europea e internazionale.

Tra le altre disposizioni “inaccettabili”, afferma il memorandum, il progetto di risoluzione chiede agli Stati europei di:

– “Costringere i professionisti sanitari a fornire il trattamento desiderato al quale il paziente ha legalmente diritto [ad esempio l’aborto] a detrimento della propria obiezione di coscienza”.

– “Costringere il professionista sanitario a provare che la sua obiezione è fondata sulla coscienza o sulle credenze religiose e che il suo rifiuto è in buona fede”.

– Privare le “istituzioni pubbliche o dello Stato, come ospedali e cliniche pubbliche nel loro insieme”, della “garanzia del diritto alla difesa della coscienza”.

– Creare un “registro di obiettori di coscienza”.

– Creare un “efficace meccanismo di lamentele” contro gli obiettori di coscienza.

Il memorandum dell’ECLJ ricorda gli aspetti principali del diritto all’obiezione di coscienza dei professionisti sanitari, basandosi su una vasta indagine sulle leggi che difendono la coscienza degli stessi nei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa e nei 50 Stati degli Stati Uniti.

In queste legislazioni emerge chiaramente che il diritto all’obiezione di coscienza è garantito nelle leggi europee e internazionali e da regolamentazioni internazionali di etica professionale, indipendentemente dal fatto che si applichi agli individui o alle istituzioni, e che è ben regolamentato nella maggior parte delle società democratiche.

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ZENIT Staff

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