Il Card. Bertone: la testimonianza di Chiara, un invito di Dio ai giovani

Nella Messa di ringraziamento per la beatificazione della giovane di Sassello

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ROMA, domenica, 26 settembre 2010 (ZENIT.org).- “La testimonianza di Chiara è un invito che Dio rivolge soprattutto a voi, giovani”. E’ quanto ha sottolineato il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, nel presiedere questa domenica, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la Messa di ringraziamento per la beatificazione di Chiara “Luce” Badano, la giovane di Sassello, scomparsa il 7 ottobre del 1990 dopo due anni di dolorosa malattia.

Poco prima, davanti agli oltre diecimila fedeli presenti in Basilica, grazie a un collegamento con Castel Gandolfo, erano risuonate le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI all’Angelus: “Solo l’Amore con la A maiuscola dà la felicità. Lo dimostra una giovane, Chiara Luce Badano che una malattia ha condotto alla morte a poco meno di 19 anni, ma che è stata per tutti un raggio di luce”.

Nella serata di sabato, invece, in oltre ottomila si erano dati appuntamento nell’Aula Paolo VI, e molti anche in piazza san Pietro, per una grande festa in onore di Chiara “Luce”, con musiche, coreografie, esperienze, servizi filmati, che hanno ripercorso la nascita e l’infanzia della giovane che all’età di 9 anni aveva incontrato la vita del Vangelo, seguendo il carisma dei Focolari.

Nell’omelia per la Messa alla presenza di 3 Cardinali, 15 Vescovi e 200 sacerdoti concelebranti, il Cardinal Bertone ha fatto una confidenza: “Ritornando dal viaggio in Gran Bretagna con il Santo Padre, seduto accanto a lui in aereo abbiamo parlato di Chiara Luce Badano e mi ha detto che questa nostra Beata è un esempio da valorizzare per i giovani”.

Poco prima, il porporato aveva richiamato la consegna di Chiara Luce ai giovani: “Io non posso più correre, ma vorrei passare la fiaccola, come alle Olimpiadi”. “La vostra partecipazione – ha detto il porporato – è il segno che avete accolto questa consegna”.

E qui ha richiamato l’invito di Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale della Gioventù dell’agosto del 1989: “Giovani, non abbiate paura di essere santi! Volate ad alta quota”.

Il Segretario di Stato ha quindi ripercorso i tratti salienti della vita di Chiara Luce, modellata su “una fede ferma e costante nell’amore indefettibile di Dio, che si riflette nell’amore verso il prossimo” ed ha parlato dei fattori che hanno contribuito alla sua formazione.

Innanzitutto, la famiglia che “ha svolto perfettamente il suo compito educativo”, così come la comunità ecclesiale e l’ambiente sociale di Sassello, poi il Movimento dei Focolari dove Chiara “ha fatto una progressiva e forte esperienza comunitaria di vita cristiana” ed “ha imparato ad approfondire il suo rapporto personale con Dio”.

Da una Gmg all’altra, dal 1989 al 2011, Chiara Badano, ha concluso il Segretario di Stato vaticano, è stata ed è un esempio che dà concretezza alle parole del recente messaggio del Papa ai giovani per la GMG di Madrid: “Spesso la Croce ci fa paura, perché sembra essere la negazione della vita. In realtà, è il contrario! Essa è il ‘sì’ di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna”.

Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, nel suo ringraziamento finale, ha ricordato con profonda commozione che era stato proprio in San Paolo, che era stato dato l’ultimo saluto a Chiara Lubich, il 18 marzo 2008.

“Queste due celebrazioni – ha aggiunto – si fondono in una sola. Da questa Basilica la testimonianza che Chiara Luce ci ha dato viene rilanciata a tutti. Ora tocca a noi”. Parole simboleggiate anche dall’immagine di un giovane, che a conclusione della celebrazione, ha preso in consegna una fiaccola, per continuare la corsa con Chiara Luce.

Al termine, il Cardinale Bertone ha consegnato a Maria Teresa e a Ruggero, i genitori di Chiara Luce, una benedizione speciale di Papa Benedetto per il loro prossimo 50° anniversario di matrimonio.

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ZENIT Staff

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