ROMA, domenica, 26 settembre 2010 (ZENIT.org).- Questo sabato migliaia di persone hanno partecipato al Santuario del Divino Amore, a Roma, al rito di beatificazione di Chiara Luce Badano, la giovane focolarina morta a 19 anni.
A priedere al rito a nome del Santo Padre davanti ai fedeli giunti da ogni parte del mondo e con i giovani in prima linea, l’Arcivescovo Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
14 i Vescovi che hanno concelebrato tra cui quello di Cuba e della Tailandia e i Nunzi apostolici di Lituania e Giordania insieme al Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Rappresentati anche vari movimenti dall’Azione Cattolica, alla Comunità di Sant’Egidio, al Rinnovamento carismatico, agli Scout, a Schoenstatt.
“Una ragazza dal cuore cristallino”, ha definito Chiara Luce mons. Angelo Amato, nella sua omelia. “Una ragazza moderna, sportiva, positiva che in mondo ricco di benessere, ma spesso malato di tristezza e di infelicità ci trasmette un messaggio di ottimismo e di speranza”.
Il presule ha poi richiamato alcuni episodi semplici e quotidiani della sua vita a Sassello, densi però di una radicalità evangelica sorprendente: dalla merendina donata ai poveri, all’accoglienza del giovane disadattato e della signora emarginata, o ancora la testimonianza al bar con gli amici perché “non conta tanto parlare di Dio. Io lo devo dare con la vita”.
Monsignor Amato ha quindi ripercorso le tappe della malattia (un’osteosarcoma) che colpì la giovane Chiara a sedici anni e che in poco tempo la condusse alla morte.
“Non ho più le gambe e mi piaceva tanto andare in bicicletta, ma il Signore mi ha dato le ali”, disse dopo aver perso l’uso delle gambe.
“Soffriva, ma l’anima cantava – ha detto ancora monsignor Amato –. Rifiuta la morfina perché – diceva – ‘mi toglie lucidità e io posso offrire a Gesù soltanto il mio dolore’”.
“I giorni dell’esistenza terrena di Chiara – ha ricordato il Prefetto – furono giorni di carità donata a piene mani. Ella cambiò il dolore in gioia, le tenebre in luce, dando significato e sapore anche allo strazio del suo corpo debole. Nella malattia, ella si rivelò donna forte e sapiente: ‘Voi siete il sale della terra e la luce del mondo’”.
“La beata Chiara Badano è una missionaria di Gesù – ha continuato – , un’apostola del Vangelo come buona notizia a un mondo ricco di benessere, ma spesso malato di tristezza e di infelicità. Ella ci invita a ritrovare la freschezza e l’entusiasmo della fede”.
“L’invito a ritrovare l’entusiasmo della fede – ha detto il presule – è rivolto a tutti, ai giovani anzitutto, ma anche agli adulti, ai consacrati, ai sacerdoti. A tutti è data la grazia sufficiente per diventare santi”.
“Si tratta – ha sottolineato infine – di un segno concreto della fiducia e della stima che il Papa ha nei giovani, nei quali vede il volto giovane e santo della Chiesa”.
“E’ un momento storico, una conferma, da parte della Chiesa che la spiritualità dell’unità vissuta porta alla santità”, ha detto Maria Voce, attuale presidente dei Focolari. “E’ un nuovo impegno. Chiara Luce ci sprona a correre nella via della santità”.
Al termine della celebrazione un breve incontro di Maria Voce e dei genitori di Chiara Badano con la stampa.
“E’ stata un’emozione grandissima, abbiamo un’infinita riconoscenza a Dio per averci dato una figlia”, così ha detto la mamma, Maria Teresa. E a proposito dei genitori che si trovano a vivere la loro stessa situazione ha ribadito: “Sono momenti di grande dolore, ma la consolazione può arrivare solo da Dio. E’ stata la forza dell’unità a sostenerci, una forza che non viene dall’unità tra noi due ma dalla potenza dell’unità sprigionata da tutte le persone del movimento”.