CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 23 settembre 2010 (ZENIT.org).- La rete internazionale della Caritas ha appena lanciato un appello aggiornato di emergenza per far fronte agli ingenti danni umani e materiali provocati dalle inondazioni in Pakistan, con cui spera di garantire gli aiuti fondamentali a 357.500 persone per sei mesi.
La federazione di organizzazioni cattoliche di aiuto con sede in Vaticano ha analizzato le necessità finanziarie per affrontare le azioni previste in questa prima fase dell’emergenza, che ammontano a 10,5 milioni di euro.
Con questo aggiornamento, Caritas Internationalis aumenta le stime che aveva fatto a metà agosto nel suo primo appello, in cui il programma mondiale di emergenza contava su un budget di 4,3 milioni di euro.
Con il passare delle settimane, gli esperti della rete Caritas sul campo, insieme a Caritas Pakistan, hanno valutato dettagliatamente la portata della tragedia e l’aumento delle cifre a livello di danni, necessità e persone colpite. Da ciò è derivato l’invio urgente a tutte le Caritas del mondo di una richiesta aggiornata, in cui le cifre iniziali sono state raddoppiate in alcuni programmi.
Le priorità principali del programma d’emergenza della rete Caritas continuano ad essere le forme di assistenza alle vittime nei settori dell’alimentazione, dell’acqua potabile, dell’igiene, degli alloggi temporanei, di salute e alimentazione, protezione e recupero di infrastrutture di base.
Le zone in cui la Caritas sta sviluppando la sua attività sono Nowshera e Malakan, alla frontiera nord-orientale; Sibi, nel Belucistan; Khan, Rajanpur e Okara, nel Punjab; Kashmore, Jamshoro, Dadu e Shikarpur, nel Sindh; Shangla e Kohat; Swat, Shangla e Kohistan, nel nord del Paese; Nahaki, nella zona di Peshawar.
Le stime della Caritas indicano che il 70 % del Paese è inondato e i morti sono più di 1.600, mentre vittime e sfollati sono circa 21 milioni. Il fatto che le piogge abbiano continuato a cadere incessantemente per tutto il mese di agosto e che si siano verificati altri straripamenti del fiume Indo ha fatto sì che ora la zona più colpita sia il sud del Pakistan, soprattutto la provincia di Sindh, dove ci sono più di 4 milioni di vittime, circa 300.000 case distrutte e 50.000 ettari di coltivazioni rimasti sott’acqua.