Incarnare “integrità, umiltà e santità”, chiede il Papa ai Vescovi britannici

BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Integrità, umiltà e santità” sono le tre caratteristiche che Benedetto XVI ha chiesto ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles di incarnare nell’esercizio del ministero che è stato loro affidato.

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Il Pontefice si è rivolto ai presuli nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham questa domenica pomeriggio, dopo aver beatificato in mattinata il Cardinale John Henry Newman.

“Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia”, scrisse il porporato beatificato.

Il Papa ha tratto spunto da questa riflessione di Newman per ricordare la necessità di un clero santo soprattutto dopo che negli ultimi mesi l’opinione pubblica e la Chiesa stessa hanno dibattuto un tema grave e delicato, il “vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi”.

Una realtà così drammatica, ha ammesso, “mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa”.

Il Pontefice ha sottolineato di aver parlato in molte occasioni “delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente”.

“So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono”, ha detto ai Vescovi, ricordando che questi hanno espresso pubblicamente il loro “profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione”.

“La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa”.

“Quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? – ha chiesto -. Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno”.

“Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità”, ha proseguito il Papa.

“Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato”, ha confessato.

“Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito”.

A questo proposito, il Papa si è detto lieto di incontrare, dopo i Vescovi, i seminaristi di Inghilterra, Scozia e Galles, per rassicurarli delle sue preghiere, “mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe”.

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ZENIT Staff

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