di Edward Pentin
LONDRA, sabato, 18 settembre 2010 (ZENIT.org).- Questo venerdì è stato il giorno più intenso e storicamente importante della visita di Stato del Papa in Gran Bretagna.
Il Pontefice ha pronunciato sei discorsi, rivolti ai professori, agli studenti, ai leader religiosi ed ecumenici e ai rappresentanti civili e politici in Parlamento.
Il suo discorso alla Westminster Hall, pronunciato poco dopo le 17.00, è stato il momento culminante della visita di Stato. La folla lo ha acclamato mentre compiva il breve tragitto in papamobile fino alla Porta di Santo Stefano, l’ingresso del Palazzo di Westminster, a volte chiamato la madre di tutti i Parlamenti.
Al suo arrivo è stato ricevuto da John Bercow, Speaker della Camera dei Comuni, incarico che una volta fu di San Tommaso Moro, patrono dei politici, che venne giudicato e condannato nella Westminster Hall. Con una fanfara, i trombettieri dello Stato hanno annunciato l’arrivo del Papa alla Camera.
Come ha ricordato ai presenti lo Speaker nel suo discorso di benvenuto, si è trattato della prima visita del Successore di Pietro al Parlamento britannico – un fatto che già di per sé ha un significato storico e che sarebbe stato inconcepibile non molto tempo fa.
Nel suo discorso, pronunciato tra quattro ex Primi Ministri della Gran Bretagna, leader della Chiesa e rappresentanti di altre religioni, il Papa è tornato su un tema che gli sta molto a cuore: l’importanza di fede e ragione. Ha parlato di “segni preoccupanti” del fatto che la fede viene emarginata nella socità, e ha sottolineato il ruolo che gioca la religione nell’aiutare i legislatori a riscoprire “i principi morali”.
Ha anche lodato il ruolo della Gran Bretagna nello sviluppo internazionale, ricordando tuttavia che, se alcune istituzioni finanziarie sono ritenute “troppo grandi per fallire” e per evitare quuesta eventualità sono state impiegate ingenti risorse finanziarie, lo sviluppo umano dei popoli non è meno importante, ma “un’impresa degna dell’attenzione del mondo, veramente ‘troppo grande per fallire’”.
Il discorso del Pontefice è stato essenzialmente un’applicazione della sua Enciclica sociale Caritas in veritate, un avvertimento che “ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale”, concetto portato ancora più oltre e applicato alla sfera politica. Come ha detto un commentatore, è stato “un appello all’unione, e un monito a che la religione non sia scartata dalla società laica”.
L’accoglienza al Papa da parte dei politici al Palazzo di Westminster è stata impressionante. “Nessuno avrebbe potuto immaginare il calore che gli hanno dimostrato”, ha detto padre Christopher Jamison, fino a poco tempo fa Abate dell’Abbazia di Worth, nel Sussex. “Il suo discorso è stato molto significativo per il Paese”. E’ stato anche molto opportuno. Il nuovo Governo di coalizione sta accettando il ruolo della fede nella società, con un Ministro che ha dichiarato di recente che la nuova amministrazione “does God”.
Il primo giorno del Papa a Londra è iniziato con una Messa privata alla Nunziatura, dove il Pontefice risiede durante il viaggio. C’è stata poi la visita al St. Mary’s University College a Twickenham, un rinomato collegio cattolico di formazione di docenti, dov’è stato ricevuto da un gran numero di studenti entusiasti e ha parlato dell’importanza della saggezza nell’insegnamento, invitando gli studenti delle scuole cattoliche ad essere santi e a entrare in relazione con Dio anziché seguire la cultura della fama o la ricchezza.
In seguito il Papa ha incontrato i leader interreligiosi. In questo frangente si è saputo che alcune persone erano state arrestate dalla Polizia di Londra perché sospettate di progettare un attacco al Papa. Il Santo Padre è stato informato in mattinata, ma padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha detto che la situazione non era “particolarmente pericolosa”.
Il pranzo alla Nunziatura Apostolica e un breve riposo sono stati seguiti da una carovana di veicoli per le vie di Londra fino al Palazzo di Lambeth, residenza ufficiale dell’Arcivescovo di Canterbury. Dopo il discorso alla Westminster Hall, c’è stato un ultimo momento per la storia quando il Papa ha pregato con l’Arcivescovo di Canterbury davanti alla tomba di Sant’Edoardo il Confessore nell’Abbazia di Westminster, chiesa costruita dal santo.
Al 100% con il Papa
L’atmosfera intorno a Westminster è stata animata durante tutta la giornata, con i fedeli che esprimevano il proprio sostegno al Papa e pochi manifestanti che hanno provato a soffocare le grida con i fischi. Non ci sono riusciti. Troppi simpatizzanti dietro le barricate gridavano il loro sostegno. Un gruppo di donne del Cammino Neocatecumenale ha cantato “Alleluia”, altri mostravano striscioni con scritto “Papa, ti amiamo” e “Siamo al 100% con il Papa”.
Circa 30 sostenitori delle donne sacerdote si erano riuniti davanti al Palazzo di Lambeth mentre Benedetto XVI incontrava l’Arcivescovo di Canterbury. Tra questi c’era Peter Tatchell, attivista dei diritti omosessuali e uno dei leader della campagna “Protesta contro il Papa”. Dopo aver attirato l’attenzione di tutti i media, Tatchell ha affermato che ora si aspettava solo piccoli gruppi di protesta.
Nonostante la sua militanza, Tatchell non è completamente chiuso al dialogo. Mi ha detto che capiva da dove arriva il pensiero del Papa su questioni sulle quali non è d’accordo, ma che crede semplicemente che sbagli. Ad ogni modo, ha detto di sostenere la libertà religiosa, e ha anche protestato a nome della Chiesa in favore della libertà religiosa in Arabia Saudita.
Un gruppo più duro di manifestanti con cui avere a che fare è stato quello dei protestanti della Free Church. Alcuni membri, soprattutto anziani, della Protestant Church Society si erano riuniti davanti all’Abbazia di Westminster per gridare contro il Papa. A tutte le mie domande sull’ipotesi che fossero disposti ad ascoltare il Pontefice, a leggere le sue opere o a organizzarsi in valori comuni hanno risposto “No”.
L’ambiente era comunque pieno di buonumore, con molti scherzi tra di loro e quando passavano i sacerdoti cattolici. Un grande striscione che recitava “No al papismo” ha suscitato una calorosa ovazione da parte di un sacerdote inglese, che ha anche scattato una fotografia. “E’ un bene vedere autentici protestanti all’antica da queste parti!”, ha scherzato.
Molti dei cattolici che sventolavano bandiere e striscioni hanno detto di essere molto felici per il modo in cui si stava svolgendo la visita.
Non è passata inosservata neanche la gentilezza degli anglicani. “Sono stati molto generosi e gentili”, ha detto padre Jamison.