La Chiesa anglicana vede nella visita papale un ponte per l'unità

Parla il rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury a Roma

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di Serena Sartini

ROMA, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- Alla vigilia della visita di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito, il reverendo canonico David Richardson, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede, direttore del Centro Anglicano a Roma, ha rilasciato una intervista a ZENIT per analizzare le ripercussioni che questa visita avrà sul dialogo ecumenico.

È la prima visita di Stato di un Papa nel Regno Unito. Pensa che promuoverà l’unità delle due Chiese, quella anglicana e quella cattolica?

David Richardson: Credo che questa visita abbia tutte le carte in regola per gettare ponti e aumentare la comprensione tra le due comunioni, quella anglicana e quella cattolica romana.

Il Papa beatificherà il Cardinale John Henry Newman. Pensa che sarà un atto di unione o di divisione tra anglicani e cattolici?

David Richardson: John Henry Newman è sempre stato una figura in qualche modo ambigua tra l’anglicanesimo e il cattolicesimo romano. Come anglicano aveva qualcosa di profetico e richiamava la Chiesa d’Inghilterra, quella parte dell’anglicanesimo che per lui era familiare, a una visione di sé che aveva perso o rischiava di perdere. I profeti in genere non sono onorati dalla propria gente e nel loro tempo, anche se normalmente sono attorniati da un energico gruppo di discepoli. Quando divenne cattolico romano non fu sempre accolto con calore dai suoi nuovi correligionari, e cambiò molto poco degli scritti che aveva pubblicato come anglicano. Con il suo modo di essere egli affermò quindi la possibilità di essere pienamente cattolico e al tempo stesso teologicamente ortodosso come anglicano. Ad ogni modo, Newman ritenne un passo necessario il diventare un cattolico romano.

Penso che potrebbero esserci possibilità di tensione per la beatificazione se si dovesse ignorare il fatto che Newman ricevette una formazione come anglicano e poi come cattolico romano riconobbe, nella sua Apologia, il debito che aveva con la Chiesa che lo aveva formato. Non credo, comunque, che questo aspetto verrà messo da parte.

Qual è la sua opinione sulla Costituzione Apostolica di Benedetto XVI Anglicanorum coetibus?

David Richardson: Non ho molto da dire sulla Anglicanorum Coetibus, e al momento non ci sono Ordinariati. Sarà interessante vedere che numeri e che tipo di persone saranno attratti da questa possibilità, e spero che sarà utile per qualcuno. Mi sembra una struttura un po’ strana, prevista soprattutto come risposta pastorale a una serie di persone, non unite in alcun modo, che hanno abbandonato la Comunione Angelicana e quindi non hanno una casa storica. Mi ricorda ciò che ha affermato il Vescovo anglicano Charles Gore durante le Conversazioni di Malines degli anni Venti: “La Chiesa cattolica romana mostra un grado sorprendente di concessioni nelle questioni organizzative, ma è irremovibile su quelle dogmatiche”. Newman non ha avuto bisogno di una struttura simile: è semplicemente diventato un cattolico romano e ha riconosciuto la persona che era e che era stato, portando il suo anglicanesimo nel cattolicesimo romano.

A livello personale, come sono i suoi rapporti con il Papa?

David Richardson: Ho incontrato raramente il Santo Padre. L’ho visto privatamente due volte nel suo appartamento, sempre quando era presente l’Arcivescovo di Canterbury, e lo incontro alle liturgie, soprattutto di natura ecumenica. E’ sempre cordiale e lo ammiro molto come teologo. Avere attualmente il Papa e l’Arcivescovo di Canterbury, due figure teologiche così importanti, significa, per chi ricopre un incarico come il mio, vivere un momento storico affascinante.

Che cosa pensa della possibile visita del Papa alle vittime di abusi sessuali?

David Richardson: Il Papa ha già incontrato alcune vittime di abusi, e spero che continuerà nel suo umile riconoscimento dei fatti per dare speranza quando se ne presenti l’opportunità. Si è dimostrato capace e desideroso di farlo.

Qual è la sua opinione sulle proteste che avverranno durante la visita del Papa nel Regno Unito?

David Richardson: Ci saranno delle proteste? Me lo aspetto, ma ricordo che quando il Papa è andato in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù era stata fatta ogni sorta di infausta previsione sulle proteste. Durante l’evento, la gente l’ha preso a cuore, sia i cattolici romani che chi non lo è. In base a quanto mi è stato detto, c’è stata una grande ondata di fede. Se quindi può essere vero in Australia, dove la società è famosa per il suo secolarismo, forse lo sarà anche nel Regno Unito.

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ZENIT Staff

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