Benedetto XVI mette in guardia gli scozzesi sulla “giungla” autodistruttiva

Esorta i fedeli a difendere il contributo della religione

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GLASGOW, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha esortato questo giovedì pomeriggio i fedeli scozzesi a levare la propria voce in difesa del diritto di vivere in una società che promuove il benessere dei suoi cittadini, non in una “giungla” di libertà arbitrarie.

Il Papa lo ha affermato durante la Messa celebrata all’aperto al Bellahouston Park, a circa tre chilometri dal centro di Glasgow, lo stesso luogo in cui Papa Giovanni Paolo II celebrò la Messa il 1° giugno 1982 durante la sua visita in Gran Bretagna.

Benedetto XVI ha iniziato questo giovedì una visita apostolica di 4 giorni nel Regno Unito che includerà la beatificazione del Cardinale John Henry Newman.

Nell’omelia della Messa, il Santo Padre ha affrontato temi che spaziano dal progresso nell’ecumenismo all’evangelizzazione della cultura, alla necessità di pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Fratelli e sorelle

Circa il ruolo della religione nella società, il Papa ha sottolineato il suo contributo essenziale alla libertà e al bene pubblico.

“L’evangelizzazione della cultura è tanto più importante nella nostra epoca, in cui una ‘dittatura del relativismo’ minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo”, ha osservato.

“Vi sono oggi alcuni che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di privatizzarlo o addirittura di presentarlo come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà. Al contrario, la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella”.

Il Vescovo di Roma ha quindi rivolto un appello ai laici a seguire la propria vocazione e missione battesimale e ad essere non solo “esempio pubblico di fede”, ma anche “avvocati nella sfera pubblica della promozione della sapienza e della visione del mondo che derivano dalla fede”.

La società odierna, ha constatato, “necessita di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità”.

“Non abbiate paura di dedicarvi a questo servizio in favore dei vostri fratelli e sorelle, e del futuro della vostra amata Nazione”, ha esortato.

Il Papa ha quindi fatto riferimento a un santo scozzese, San Ninian, uno dei primi evangelizzatori delle popolazioni celtiche, la cui festa si celebrava proprio questo giovedì.

Il santo, ha ricordato, “non ebbe paura di essere una voce solitaria”. “Sulle orme dei discepoli che nostro Signore aveva inviato davanti a sé, Ninian fu uno dei primissimi missionari cattolici a portare ai suoi connazionali la buona novella di Gesù Cristo”.

Ninian è stato seguito da molti altri santi, e “ispirati da loro, molti uomini e donne lavorarono per molti secoli, per far giungere la fede fino a voi”.

“Cercate di essere degni di questa grande tradizione! – ha raccomandato -. Sia vostra costante ispirazione l’esortazione di San Paolo nella prima lettura: ‘Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera’”.

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ZENIT Staff

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