ROMA, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- “La vita quotidiana reclama risposte” è il titolo del messaggio rivolto dall’Azione cattolica italiana “al Paese e alla politica” al termine del Convegno dei presidenti e degli assistenti diocesani che si è tenuto ad Ancona – sede del prossimo convegno eucaristico nazionale in programma per il settembre 2011 – dal 10 al 12 settembre scorsi sul tema “Eucarestia e vita quotidiana”.
“L’Azione cattolica italiana – afferma il messaggio – desidera proporre una breve riflessione perché la ripresa di settembre coincida con una radicale e nuova attenzione ai problemi reali e concreti che gli italiani vivono ogni giorno, nella vita feriale”.
È terminata “una brutta estate per la politica italiana e per il Paese” nella quale “veleni e sospetti, dossier e insinuazioni, spesso incomprensibili ai più, hanno alimentato le pagine dei giornali e hanno portato a ipotizzare le elezioni anticipate”. Di fronte a questa situazione “c’è chi ha parlato di ‘morte della politica’ e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto per richiamare tutti alla responsabilità”.
Il pericolo di dimenticare l’essenziale
C’è il rischio che la classe dirigente possa “dimenticare l’essenziale: la ripresa del mercato del lavoro – al momento immobile e penalizzante per i giovani -, il sostegno alle famiglie, specie quelle più numerose, le riforme istituzionali, la tutela dei più deboli nel Paese e nel mondo, la promozione dell’integrazione tra italiani e stranieri – e in proposito come non guardare con preoccupazione ai fatti francesi e alla decisione del presidente Sarkozy di allontanare i rom -, l’attenzione alle povertà globali e all’ambiente”.
L’Ac, in questa prospettiva, auspica che “la prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre, sia un momento di respiro per rilanciare l’impegno a favore del bene comune, contro ogni disfattismo e in nome della speranza che muove i credenti”.
La questione morale
“La questione morale – prosegue il messaggio – che l’Ac aveva già denunciato l’anno scorso, quest’anno riemerge in forma ancora più acuta da numerose inchieste in diverse procure italiane”. Ancora una volta “rileviamo che alcune condotte personali – a prescindere che abbiano rilevanza penale – appaiono riprovevoli perché evidenziano scarso senso istituzionale, incuria del bene comune, uso privatistico di funzioni pubbliche o comunque socialmente rilevanti”.
“Nell’omelia dello scorso 10 agosto – sottolinea il messaggio -, in occasione della festa di san Lorenzo, il cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco ha ricordato che «alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il ‘sottosviluppo morale’, e per questo la Chiesa non cessa di servire il mondo, nella persona amata dei poveri e nella figura delle istituzioni che presiedono il bene comune, anche con il richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale»”.
La priorità del lavoro
Tra le priorità del Paese si impone quella del lavoro. “Solo pochi giorni fa – ricorda il messaggio – l’Istat confermava che oltre un giovane su quattro in Italia è disoccupato”.
Su questo “l’Ac sente di dover interpellare la classe dirigente: cosa si può fare ora per aprire il mercato dell’occupazione? E quali strade di medio periodo perché un impiego non sia sempre sotto l’ombra inquietante della precarietà senza tutele?”. Appare necessaria “una verifica oggettiva delle politiche del lavoro sinora adottate, rese tra l’altro incomplete dall’assenza di un moderno sistema di welfare” così come “sembrano necessari investimenti per la formazione dei giovani non disgiunti da un organico progetto educativo”.
L’attenzione al lavoro appare essenziale, tra l’altro, “alla luce dei casi di conflitto tra grandi aziende, sindacati e singoli operai, sfociati anche in inaccettabili atti di violenza, segno di un clima complessivo di tensione che ha bisogno di essere regolato e governato”.
La tutela delle famiglie
Un appello pressante è rivolto per la tutela delle famiglie: “come riconoscere concretamente nelle politiche ordinarie il ruolo essenziale di ammortizzatore sociale che stanno svolgendo le famiglie italiane? Come sostenere il futuro dei nuclei più numerosi, che, scommettendo sulla vita, hanno scommesso sul domani di questo Paese?”. “L’Italia – evidenzia il messaggio dell’Ac – destina alle famiglie risorse insufficienti, inferiori al resto d’Europa, e nonostante si accenni da anni a forme di sostegno più forti, quali il quoziente familiare, finora non si è passato a nulla di concreto”.
Continuare a narrare i segni di speranza
In questo contesto “la speranza, le speranze vanno ostinatamente cercate nei segni buoni dei territori, nelle donne e negli uomini di buona volontà che, nella costanza e nell’ombra, continuano a servire le persone e le città ‘nonostante’ il terreno poco fertile”.
È questa la “realtà che l’Ac vuole continuare a mostrare, in particolare la realtà di chi, nella crisi educativa, continua ad accompagnare gratuitamente le persone nella vita e nella fede” e cioè “sacerdoti, laici adulti e giovani, genitori, insegnanti, che vedono nella vita degna delle persone l’investimento più importante per il Paese”. Per questo motivo, “l’Azione cattolica attende con fiducia la pubblicazione degli Orientamenti decennali dei vescovi italiani, dedicati al tema dell’educazione. Riteniamo infatti che un ampio e condiviso sforzo educativo possa rappresentare la risposta più radicata a molti dei problemi del Paese”.
“Come associazione di laici impegnati anche nella vita della nostra nazione – prosegue il messaggio -, continuiamo inoltre ad accogliere il monito che Benedetto XVI ha lanciato già nel 2008 da Cagliari sull’urgenza di lavorare alla formazione di una nuova generazione di uomini e di donne credenti, capaci di assumere responsabilità pubbliche nella vita civile e dunque anche nella vita politica. Richiamo che il Papa ha ripetuto poi a Viterbo l’anno scorso e che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha voluto evidenziare nella sua prolusione al Consiglio permanente del 22 marzo scorso”.
L’ultimo appello è per la libertà di espressione dell’ampio contesto dell’associazionismo e del terzo settore. Infatti “le speranze che ostinatamente cerchiamo rischiano di non avere più narratori. In virtù del decreto ministeriale che cancella le tariffe postali agevolate, l’intera stampa del terzo settore e dell’associazionismo laico e cattolico, in gran parte gratuita e alternativa, rischia di essere eliminata. Un fatto denunciato, nell’intera estate, solo da Avvenire, e al quale non si è posto adeguato rimedio”.