L'attuale modello di sviluppo deve essere rivisto, afferma un Vescovo

FATIMA, settembre 2010 (ZENIT.org).- Il modello di sviluppo attuale, “sia nella direzione politica e nella gestione economica che nei comportamenti personali dei cittadini”, “deve essere rivisto”, ha affermato monsignor Carlos Azevedo, presidente della Commissione Episcopale della Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP).

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In una conferenza svoltasi questo martedì a Fatima in occasione della Settimana di Pastorale Sociale, il Vescovo ha dichiarato che “il modello attuale è ingiusto, indecente, diseguale, sproporzionato, e aggrava la povertà e l’esclusione sociale”.

“C’è una cultura dell’individualismo possessivo e della soddisfazione esacerbata”, ha aggiunto.

Secondo il presule, Vescovo ausiliare di Lisbona, “potremo tracciare vie per il futuro solo fermandoci a pensare ai modelli umanisti”.

“Non sono le persone ad essere al servizio dell’economia, ma l’economia è al servizio delle persone e dei popoli, al servizio del bene comune, senza trascurare i più vulnerabili”, ha constatato.

Per monsignor Azevedo, “dovremo essere i primi praticanti di un modello nato dalla logica del dono e caratterizzato dalla verità”.

“Come comunità cristiane libere, dobbiamo fare della carità una dimensione della nostra missione: annunciare il Regno e offrire la grazia che salva tutti coloro che vogliono accoglierla”.

Per il presule è superata “la fase di qualsiasi gioco politico”. “Non guadagniamo nulla con misure legislative che favoriscono i nostri valori se non recuperiamo la dimensione religiosa e non vinciamo la crisi di fede”.

“I principi morali devono essere iscritti nel cuore delle persone. E’ questo il nostro lavoro pastorale”, ha commentato.

La Settimana della Pastorale Sociale è in svolgimento fino a questo giovedì a Fatima sul tema “Donarsi davvero – per uno sviluppo solidale”.

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ZENIT Staff

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