Il Papa: la Chiesa è molto debitrice verso le donne

Nella catechesi per l’Udienza generale dedicata a santa Chiara d’Asissi

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ROMA, mercoledì, 15 settembre 2010 (ZENIT.org).- La testimonianza di santa Chiara d’Asissi “mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa”. Lo ha detto questo mercoledì Benedetto XVI, giunto in elicottero da Castel Gandolfo in Vaticano per l’Udienza generale. 

Continuando il ciclo di catechesi riservato alle figure femminili più rilevanti nella Chiesa del Medioevo, il Papa ha voluto parlare di “una delle sante più amate”, vissuta nel 1200, che originaria di famiglia nobile e aristocratica, a 18 anni, destinata al matrimonio, “con un gesto audace, ispirato dal profondo desiderio di seguire Cristo e dall’ammirazione per Francesco”, decise di lasciare la casa paterna.

In seguito santa Chiara insieme all’amica Bona di Guelfuccio raggiunse segretamente i frati minori alla Porziuncola, e da lì si trasferì nella chiesa di San Damiano, dove in un piccolo convento, dove rimase per oltre 40 anni fino alla morte, avvenuta nel 1253.

Santa Chiara, ha ricordato il Pontefice, praticò “in modo eroico le virtù che dovrebbero contraddistinguere ogni cristiano”, e cioè “l’umiltà, lo spirito di pietà e di penitenza, la carità”.

Inoltre, “pur essendo la superiora, ella voleva servire in prima persona le suore malate, assoggettandosi anche a compiti umilissimi: la carità, infatti, supera ogni resistenza e chi ama compie ogni sacrificio con letizia”.

Canonizzata da Alessandro VI, a soli due anni dalla morte – ha sottolineato Benedetto XVI -, Chiara è stata la prima donna nella storia della Chiesa che abbia composto una Regola scritta “perché il carisma di Francesco d’Assisi fosse conservato in tutte le comunità femminili che si andavano stabilendo numerose già ai suoi tempi”.

“Cari amici – ha aggiunto –: sono i santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità”.

Nei saluti finali Benedetto XVI ha raccomandato l’esempio della Beata Vergine Maria Addolorata – di cui ricorre questo mercoledì la memoria – che “con fede sostò presso la croce di suo Figlio”.

“Cari giovani, non abbiate paura di restare anche voi come Maria presso la Croce – ha detto –. Il Signore vi infonderà il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra quotidiana esistenza”.

“E voi, cari ammalati, possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso il valore salvifico della sofferenza”.

“Voi, cari sposi novelli, rivolgetevi con fiducia nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con la sua materna intercessione”, ha infine concluso.

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ZENIT Staff

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