Bosnia ed Erzegovina: assistenza religiosa ai membri delle Forze armate

Scambio in Vaticano degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra i due paesi

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ROMA, martedì, 14 settembre 2010 (ZENIT.org).- Questo martedì mattina si è svolta nella Sala dei Trattati del Palazzo apostolico vaticano, la cerimonia per lo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina firmato a Sarajevo l’8 aprile 2010, circa l’assistenza religiosa ai fedeli cattolici membri delle Forze Armate di Bosnia ed Erzegovina.

Erano presenti, tra gli altri, per parte vaticana, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato e mons. Dominique Mamberti, Segretario per i rapporti con gli Stati. Per la Bosnia ed Erzegovina, il ministro degli Affari Esteri, Sven Alkalaj, insieme ai ministri per i Diritti umani e i Profughi, della Giustizia e della Difesa, oltre alla sig.ra Jasna Krivošić Prpić, ambasciatore presso la Santa Sede.

Secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, mons. Mamberti ha parlato di conferma delle “ottime relazioni tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina, stabilitesi fin dall’inizio”.

Il presule ha poi auspicato che in questa fase delicata della storia del Paese, “l’Accordo gioverà pure all’immagine del Paese a livello internazionale, presentando la Bosnia ed Erzegovina come un Paese in cui – nonostante le difficoltà – si guarda con rispetto alle Chiese e alle comunità religiose, dando la giusta rilevanza ai principi democratici riconosciuti a livello internazionale, e, in particolare, al principio della libertà religiosa”.

Mons. Mamberti ha anche espresso la speranza che “ciò possa aiutare anche il processo di integrazione europea ed euro-atlantica, che è al centro del dibattito politico di questi mesi”.

Da parte sua il ministro degli Esteri della Bosnia Erzegovina, Sven Alkalaj, ha sottolineato che “la libertà religiosa è un diritto umano fondamentale e, con la stipulazione e l’entrata in vigore di questo Accordo, si crea la possibilità che questo diritto sia veramente e totalmente rispettato”.

Il ministro si è detto quindi convinto “che l’alto livello della cooperazione finora realizzata e la mutua amicizia continueranno e cresceranno per il bene di tutti”.

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ZENIT Staff

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