Sì alla protezione animale, ma mai a spese della vita umana

Afferma la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea

Share this Entry

di Nieves San Martín

BRUXELLES, mercoledì, 8 settembre 2010 (ZENIT.org).- I metodi alternativi ai test sugli animali potrebbero includere test su cellule staminali embrionali umane. In virtù del progetto di Direttiva europea che si sta preparando, gli Stati membri potrebbero essere costretti a utilizzare questi test.

Su questo tema si è espressa la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE).

L’8 settembre prossimo, l’Assemblea Plenaria del Parlamento Europeo si pronuncerà in seconda istanza su un progetto di Direttiva sulla difesa degli animali a scopi scientifici (COD/2008/0211).

Gli animali vengono utilizzati nella ricerca scientifica per lo sviluppo di medicinali e la valutazione di tossicità chimica, ecotossicologia e sicurezza dei prodotti (pesticidi, additivi alimentari, cosmetici e altre sostanze che presentano un potenziale rischio per la salute umana).

Uno degli obiettivi della Direttiva è quello di sostituire i test sugli animali con metodi alternativi. Tra questi, alcuni potrebbero includere l’utilizzo di cellule staminali embrionali umane.

La COMECE si dice “estremamente preoccupata per una disposizione del progetto di Direttiva: gli Stati membri potrebbero essere costretti ad assicurare l’applicazione di questi metodi alternativi, siano o meno basati su cellule staminali embrionali umane”.

Il Rapporto 2009 “Strategie di test alternativi” della Commissione Europea apporta alcuni esempi delle strategie di test alternativi attualmente in via di sviluppo. Su un totale di 21, le cinque strategie seguenti utilizzano cellule staminali embrionali umane:

• ReProtect: l’obiettivo è sviluppare test sulla tossicità riproduttiva utilizzando cellule staminali embrionali umane trattate chimicamente durante la loro differenziazione a livello neuronale e cardiaco.

• VITROCELLOMICS: si propone di sviluppare test preclinici su medicinali utilizzando modelli epatici umani in vitro derivati dalle cellule staminali embrionali umane.

• INVITROHEART: vuole sviluppare un modello in vitro derivato dalle cellule staminali embrionali umane rappresentando fedelmente i cardiomiociti umani per provare i medicinali.

• ESNATS: mira a sviluppare una nuova piattaforma di test di tossicità, basata in particolare sulle cellule staminali embrionali umane, per razionalizzare il processo di sviluppo di farmaci e valutarne la tossicità negli studi clinici.

• carcinoGENOMICS: vuole sviluppare un test per valutare le proprietà genotossiche e cancerogene di composti chimici in vitro, utilizzando cellule hepatocite-like derivate da cellule staminali embrionali umane.

Queste tecnologie hanno ricevuto il sostegno finanziario dell’Unione Europea, attraverso i programmi quadro di ricerca 6º e 7º.

Pur mostrandosi d’accordo con l’obiettivo previsto da questa Direttiva, la protezione degli animali, la COMECE ricorda “la differenza fondamentale che esiste tra la dignità degli animali e quella degli esseri umani”.

In linea e coerentemente con le sue dichiarazioni precedenti, la COMECE rivolge dunque un appello ai membri del Parlamento europeo affinché “escludano esplicitamente dai metodi dei test alternativi obbligatori, nel contesto di questa Direttiva, quelli che implicano l’utilizzo di cellule staminali embrionali umane”.

Questo approccio, conclude, “permetterebbe anche di promuovere le tante altre strategie di test alternativi su cui c’è un ampio consenso”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione